1. Stento a riconoscermi.


    Data: 07/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Lesbo Autore: BlackCat, Fonte: RaccontiMilu

    ... di colpo. Un attimo dopo si stacca leggermente da me e con lo stesso gemito ruota il bacino in avanti inondandomi la pancia di caldo liquido di piacere.
    
    Trema il suo corpo contro il mio. Il suo fiato caldo sul mio corpo. I suoi seni incastrati coi miei. Il suo peso dolce a schiacciarmi contro il materasso.
    
    Allunga una mano al comodino. Cerca a tastoni una cosa. Non vedo cosa tira fuori. Ma lo sento… sento una vibrazione cominciare.
    
    “No, Mara… mi hai già…” e non riesco a finire la frase che la sua mano libera mi arriva alle labbra e me le tappa. Ha un buon odore. Odore di me, di sesso. Ma mi blocca.
    
    Sento il suo peso spostarsi sul mio corpo. E poi una pressione. Un’incursione. Una cosa che vibra si sta infilando dentro di me. Gemo mentre affonda. Lei si muove piano sopra di me, come a cercare una posizione, come a esplorare, finché non emetto quasi un grido soffocato nella sua mano. Lì si ferma. Il mio grido permane. Ha trovato un punto nelle mie profondità che fa vibrare le mie corde. E in lei ha trovato lo stesso punto e preme… preme… preme…
    
    Sto impazzendo. È misto piacere e fastidio. È bisogno e fame. È voglia e esplosione. Difficile sopportare inizio a muovermi. Peggio. È peggio. La sua mano va al mio seno e ...
    ... stringe. Stringe. Stringe. “Ancora un po’… ancora un po’…” sussurra premendo ancora col bacino e poi…. esplode in un altro orgasmo e io la seguo a ruota. Sconquassate dal piacere e dalle vibrazioni dentro di noi respiriamo affannosamente.
    
    Mi libera bocca e seno. Mi bacia. Calma ora, la lascivia si è sciolta nell’orgasmo.
    
    Si sfila dall’oggetto vibrante. Me lo lascia dentro acceso. Mollemente si lascia scivolare affianco a me. Allungo una mano per toglierlo. Mi ferma. “No. Tu devi vibrare ancora…” e si mette a muovere l’oggetto facendomi sussultare. “Basta, Mara… ti prego…” cerco di allontanarle la mano ma lei insiste e preme l’oggetto ancora una volta a trovare quel mio bottone interno che mi fa sussultare e venire di nuovo…
    
    “Ecco… ora basta…” e sfila dal mio corpo l’oggetto riponendolo nel cassetto.
    
    “Che dici? Sono riuscita a cancellare la tua giornata? Ti aspettavi che fosse così farti prendere da una donna?”
    
    “No… sinceramente… non credevo… non… non me l’aspettavo…”
    
    “Quando vuoi, gattina. Vieni al bar e torniamo qui. Ora vai a lavarti e leva le tende. Preferisco restare la sola dopo il sesso.” E si gira volgendomi le spalle muovendosi con una strana magia che per quando sono in piedi lei è avvolta nelle coperte già sopita. 
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