1. Carattere e fascino del mattino


    Data: 02/12/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... calma verso la piazza. Che cosa vorrà dire se arrivi prima tu? Non ho un cazzo da fare per tutta la mattina se non aspettarti. Sì, sì, continuate a fare le donne moderne, emancipate, ma sole, inevitabilmente, ovviamente e tristemente sole. Ecco il bar, situato in un antico palazzo del centro, ha tre sale, nella principale si dialoga di tutto e di tutti, logicamente tutti ci passano, poi una saletta secondaria più riservata, fatta ad arte per leggersi in pace il giornale, la pagina d’un buon libro accompagnato dall’aroma caldo e avvolgente d’una cioccolata fumante e squisita della casa. A quest’ora siamo in quattro persone, tutte e quattro distanziate, il tempo d’accomodarmi ed eccola lì in fondo. Lei entra, mi cerca, m’ha individuato e sorride, non so però quanto di benevolenza né di cordialità. Eccola, nuovamente la mano, il baciamano, le scosto la poltroncina, l’aiuto ad accomodarsi, mentre io mi sistemo di fronte, ed eccoci qui. Sì, va bene, le ordinarie parlantine generiche e comuni sul bar, sul tempo incerto, su quest’umidità relativa che nessuno sa cosa vuol dire esattamente, sì ho capito, devo presentarmi e lo faccio, lo faccio talmente bene che lei &egrave più che lusingata:
    
    ‘Che diavolo ci fa uno come me, per giunta parecchio più piccolo, dietro, anzi, di fronte a una semplice casalinga con la quinta elementare?’.
    
    Io le spiego che i termini della questione non stanno esattamente così, perché siamo un uomo e una donna, che hanno deciso attraverso la ...
    ... comunicazione verbale d’abbattere con prudenza tutti quei muri che innalziamo quotidianamente per difenderci dalla vita, quasi fosse una malattia. La mia teoria le piace, mi parla d’una famiglia e d’una quotidianità davvero troppo abituale e ordinaria, cazzo pensavo che non esistessero più cose del genere, anzi, ormai devo convincermi che questa &egrave davvero la norma. Poi ritorno su questo pianeta, nella saletta del bar per la precisione, la seguo per un altro po’ e tutte le laureate che conosco non sanno parlare così né porsi pubblicamente e socialmente meglio di lei. Glielo dico, lei finge di non crederci, le porgo il mio biglietto da visita, affinché mi chiami quando vorrà. Lei lo ripone in una tasca interna della borsa e sparisce, letteralmente così com’&egrave apparsa scompare. Io rimango lì una buona mezz’ora per rivedere il tutto, nel frattempo ricevo un messaggio sul telefonino:
    
    ‘Domani alle undici e trenta, in via dei Faggi al numero quindici. Fa’ uno squillo prima, portone sinistro, entra subito’.
    
    Il Padreterno benedica le donne, io m’alzo, vado per pagare e torno a casa, giacché m’aspetta un pomeriggio anonimo e poi le prove della nuova commedia in serata. Sono le ore undici e venti e sono in perfetto orario. Vediamo, via della Salvia, via del Pioppo, via del Leccio. Qui &egrave l’inizio della via, mi pianto sotto casa sua ed entro subito, mi veda chi vuole. Io vedo il numero, sì eccola, un muretto basso con la ringhiera verde scura, un piccolo giardino, tre scale, la ...
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