1. Amica/nemica/amante


    Data: 06/11/2019, Categorie: Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... tizio che mi chiedeva di ballare.
    
    Finii con un sorso il cocktail che avevo senza riuscire a calmarmi. Quando li vidi arrivare li fulminai entrambi con uno sguardo, senza parlare. Giuseppe che mi conosce bene ebbe il pudore di sedersi senza parlare, la testa bassa, lei invece era tutta gagliarda, spiritosa:
    
    ‘Ehi, ho visto che hai fatto conquiste, come si chiama quel ragazzo? Ci ha provato?’
    
    Non riuscii a trattenermi:
    
    ‘Si, e l’ho mandato a quel paese mentre il mio ragazzo si faceva conquistare da una stronza’
    
    ‘Oh bimba, stai calma, abbiamo solo ballato insieme’
    
    ‘E vi ho visti come ballavate, proprio col mio ragazzo ti devi mettere a fare la troia?’
    
    La situazione si stava accendendo, io ero furiosa, Sandra stava per reagire. Ci pensò Giuseppe a risolvere la situazione prendendomi per un braccio e in pratica costringendomi a abbandonare il locale. In auto feci scontare a lui la mia furia accusandolo di ‘aver gradito’ le attenzioni di Sandra. Provò a convincermi che mi sbagliavo, che era stato solo un ballo e che non l’avesse allontanata da se per delicatezza. Niente da fare, non riuscivo a calmarmi. Mi riportò a casa e ripartì con un saluto mogio. Una serata di merda.
    
    Il giorno dopo tra me e lui le cose si risolsero, a mente fredda riuscii a comprenderlo e lui, che non era nuovo a queste mie sparate, accettò le mie scuse rassegnato.
    
    In ufficio invece cambiò tutto. Sandra era risentita per le mie parole, io ce l’avevo ancora con lei per il suo ...
    ... comportamento. Fredda cortesia nei contatti per lavoro e stop, null’altro. Ci evitavamo.
    
    Una sera il boss chiese a entrambe di restare oltre l’orario solito per finire un lavoro inerente le competenze di entrambe. Dovemmo lavorare fianco a fianco, su scrivanie vicine. Anche lì era gelo ma non potevamo esimerci dal lavorare insieme, era troppo importante per l’azienda e ne avremmo risposto al boss.
    
    Si fece ora di cena, ordinammo dal cinese lì vicino e mangiammo in fretta ognuna per conto suo e riprendemmo a lavorare. Erano forse le dieci e avevamo praticamente finito, mancava solo la stampa in più copie. Sandra si stiracchiò e mi parlò:
    
    ‘Senti Luana, vorrei chiederti scusa. E’ vero che mi sono appiccicata al tuo ragazzo, ma, credimi, non c’era intenzione di rubartelo. Era solo un ballo, e te lo stavo riportando.’
    
    ‘Davvero? Devo crederci? Balli sempre così coi ragazzi delle amiche?’
    
    ‘E’ il mio modo di fare, un ballo lento &egrave un ballo lento, ma se voglio conquistare qualcuno vado molto oltre a come ho agito con Giuseppe’.
    
    Parlando s’era alzata dalla sua scrivania e mi si era avvicinata, sedendo sull’angolo della mia e guardandomi dall’alto in basso.
    
    ‘Ah, certo, mi immagino cosa fai, e il poveretto non ha scampo, mentre con i ragazzi delle amiche non fai la tro’.’
    
    Non riuscii a finire la frase, il suo palmo si stampò sulla mia guancia.
    
    ‘Non ti permettere di darmi della troia piccola de”.’
    
    Non so cosa volesse dirmi. Mi alzai di scatto e mi avventai su di ...
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