1. Villaggio di houer capitolo 5


    Data: 05/11/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... rimanere così, dentro di te. Non mi muovo, sto fermo, va bene.”
    
    “Non puoi toglierlo?”
    
    “Ormai è dentro, devi solo abituarti. Adesso hai il culetto troppo rigido e provi dolore. Vedrai che le prossime volte sarà diverso.”
    
    “Non penso che mi farò più penetrare” risposi con qualche lacrima sul viso.
    
    “Ci sono passato anche io, Mark, ti capisco.”
    
    “Dici che il dolore passa?”
    
    “Si, a te non sembra?”
    
    “Non lo so, forse un po’. All’inizio è stato tremendo.”
    
    “Non va già meglio.”
    
    “Si, ma non ti muovere.”
    
    “No, rimango fermo, mi muovo solo un po’.”
    
    “Ma piano, però.”
    
    “Va bene, mi dici tu se posso forzare.”
    
    ”Non ora, ti prego, vai piano.”
    
    Il dolore non andava via, ma diminuiva e il cazzo che all’inizio sembrò entrare come un coltello nella carne cominciava a scivolare all’interno del mio buco con scioltezza. In breve riuscii a sopportare meglio il dolore, ma non a tranquillizzarmi.
    
    “Cercherò di venire subito, va bene.”
    
    “Fai piano, però, mamma che male.”
    
    Povero Joshua, che pazienza che aveva con me. Cercava di scoparmi piano piano per non farmi tanto male eppure ogni tanto gli chiedevo di rallentare, invece aveva ragione lui, come in tutte le cose, il dolore era scemato anche se non del tutto.
    
    “Puoi forzare adesso, va bene?”
    
    Joshua, poverino, non si fece pregare. Doveva essere molto eccitato e desideroso di scoparmi almeno con la stessa foga che avevo messo io a scopare lui, ma si comportò da gran signore e venne subito.
    
    Non mi era ...
    ... proprio piaciuto farmi inculare. Non ero riuscito a coglierne il bello, il gusto, il piacere. Avrei preferito nei giorni che seguirono non farmi più penetrare, ma quando era il mio turno di farmi inculare non mi sentii di fare l’egoista.
    
    Lo feci, ma solo per amore, per rispetto dell’alternanza e della giustizia.
    
    Per i sette giorni seguenti lo facemmo ogni sera. Soffrii e tenni i denti stretti quando lui mi inculava, ma diedi la possibilità a Jo di godere del mio corpo. Successivamente, il dolore cominciò a sparire quasi totalmente, il culo si stava abituando e non soffrii più, ma non riuscivo ancora a godere come vedevo godere Jo quando ero io ad inculare lui.
    
    Poi la cosa non mi fece più paura, partecipai con serenità e tranquillità e queste mi aiutarono a maturare il piacere della mia femminilità, del dare il mio corpo, di accogliere Jo dentro di me. Cominciai a godere del piacere che gli davo, dell’impeto con il quale mi scopava, delle sue parole e gemiti di goduria. Allargavo le chiappe per riceverlo più in profondità sorbendo le sue carezze e godendo della sua forza invasiva. Più forte mi chiavava e più mi sentivo amato, e più mi sentivo amato e più godevo. Era un godimento sottile, carnale e mentale, elaborato, diverso da quello che godevo quando ero io a scopare lui, qualitativamente migliore, senza apici, ma prolungato, e per questo speravo che Jo durasse a lungo e lui era bravo in questo, sapeva quando rallentare e quando forzare, il momento in cui dirmi parole ...