1. Per una cena improvvisa .... 3


    Data: 31/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: PassPa, Fonte: Annunci69

    ... quindi immaginai che non potesse succedere nulla di che.
    
    Gli eventi dimostrarono che mi sbagliavo. La sua mano continuava a vedere da dove doveva allargare e la sua mano cominciò velatamente a toccare il mio cazzo. Visto che io non mi ritraevo, il sarto prese coraggio e iniziò a toccarmi con sempre più esplicita voglia di capire quanto fosse grosso il mio cazzo. Non so se i due tipi gli avevano detto quello che era successo, ma non mi importava. Sembrava volersi prendere cura del mio cazzo e la cosa non mi dispiaceva affatto. Mi preoccupava solo che eravamo nel camerino e che lo spazio era poco. Nel frattempo che il sarto aveva cominciato chiaramente a carezzarmi il cazzo sentivo che il padrone del negozio stava salutando gli ultimi clienti. E chiusa la porta del negozio capii che non c’era più nessuno. Lo sentii avvicinare al camerino e con tranquillità, quasi sapesse perfettamente cosa succedeva dentro, aprì la tenda sorridendo.
    
    Il sarto si fermò di colpo, quasi a chiedere il permesso di continuare. Il padrone lo guardò e fece un cenno di assenso così che il sarto riprese a carezzare il mio cazzo. Io non sapevo che fare, ma decisi che mi sarei goduto quella lenta masturbazione. E in effetti la cosa prese una piega interessante. Il padrone ci invitò a uscire dal camerino (il negozio era chiuso ormai) e a metterci comodi in un divanetto lì a fianco. Il sarto prima di farmi accomodare mi slacciò i pantaloni e me li sfilò facendo la stessa cosa con la giacca. Rimasto ...
    ... praticamente in mutande, infilò la sua manina dentro e ricominciò a toccarmi. Poi lo tirò fuori abbassando le mutande sino alle caviglie sfilandole del tutto. A quel punto sembrò ammirarlo mentre la sua mano faceva su e giù scappellandolo mentre si ingrossava. Sembrava ipnotizzato. La situazione mi piaceva molto. Guardavo il sarto che giocava con il mio cazzo e il padrone che appoggiato al bancone si godeva la scena toccandosi il pacco già gonfio. Il sarto a quel punto se lo infilò in bocca iniziando a leccarlo in tutta la sua lunghezza.
    
    La situazione si era ribaltata. Era il mio cazzo al centro dell’attenzione stasera, non il mio culo. Non c’era traccia del fattorino, ma non me ne preoccupavo.
    
    Sempre con il mio cazzo in bocca, e mentre lo succhiava avidamente, il sarto cominciò a spogliarsi. Come avevo immaginato era liscio, ma abbastanza muscoloso, seppure magro. Era in ginocchio davanti a me e vedevo la sua testa che faceva su e giù sul mio cazzo. Alternava il succhiare l’asta con il leccare le mie palle e questo alternare mi piaceva molto. Il mio cazzo, non certo grosso come quello dei due maschi che il giorno prima avevano abusato di me, era diventato duro e lucido e mi eccitavo sempre più. Presi la sua testa e cominciai a imporre io il ritmo e a scopargli la bocca sempre più forte. Mi alzai e affondavo il cazzo sino a infilarlo in gola quasi soffocandolo. Ma non mi importava, volevo solo il mio godimento. Mentre lo scopavo in gola mi accorsi che il padrone del negozio ...