1. Diversamente vergine - 13


    Data: 23/10/2019, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... me è la prima volta che lo vedo nudo. Lo accarezzo, sento i muscoli sotto la pelle, gli passo la mano leggera sul cazzo e sui testicoli, lo bacio.
    
    – Tutte quelle cose che dicevi prima… – sussurro mentre li lecco il petto.
    
    – Quali?
    
    – Quelle cose che si dicono alle troie come me – continuo sussurrando – legarmi, bendarmi, mettermi le mutande in bocca… il ghiaccio… Le hai mai fatte?
    
    – No…
    
    – Le hai viste su internet?
    
    – Sì.
    
    – Sei un porco… Un depravato… Non hai mai nemmeno inculato una ragazza?
    
    – No.
    
    – Nemmeno Benny, o quella troia di Bologna?
    
    – No.
    
    Lo interrogo, lo bacio e gli accarezzo il cazzo. Che presto diventa duro come il marmo caldo nelle mie mani. E’ una carezza leggera che fa ansimare lui e bagnare me. Lo metto a sedere sul letto, mi inginocchio sul pavimento e inizio a succhiarlo. E’ di sicuro un’impressione, ma non l’ho mai sentito così caldo nella mia bocca.
    
    – Ti prego Tommy – gli dico interrompendomi un attimo e guardandolo negli occhi – dimmi che sono una troia e che mi scoperai ogni volta che ti tira il cazzo…
    
    Mi afferra con forza i capelli fino a farmi male e poi mi risbatte giù, sul suo cazzo. Non obietto, non gemo, non protesto. Lo imbocco e seguo il ritmo che mi vuole dare lui.
    
    – Sei una troia Annalisa, una troia da scopare…
    
    La carica di desiderio con cui pronuncia le parole “troia da scopare” mi provoca una scarica di caldo e contrazioni al ventre. Adesso ogni decisione sta a lui.
    
    E la decisione arriva dopo ...
    ... pochi altri affondi del suo palo nella mia gola. Mi induce ad alzarmi sempre tenendomi per i capelli, proprio mentre, sbavando, cerco di ricacciare un conato. Mi sbatte sul letto, mi sistemo sull’asciugamano, con l’ultimo residuo di lucidità.
    
    Si stende sopra di me e ci baciamo in modo selvaggio. Mi pesa, mi schiaccia, ma non è una brutta sensazione, anzi. Il suo petto preme sulle mie mammelle, il duro del suo cazzo sul ventre. Gli abbraccio la schiena e lui mi infila la lingua in bocca, come se volesse penetrarmi solo lì. Mi lascio andare, ma solo quando lui si rialza sui gomiti mi ricordo che, insomma, forse dovrei aprire le cosce.
    
    Lo faccio, ma lui si mette in ginocchio e mi afferra le gambe, se le porta sulle spalle. Poi mi prende per il bacino, mi sistema e io penso che oddio così sono proprio indifesa. “Dai puttana” fa lui mentre si sforza di trovare un incastro, io faccio ”ah, sì!”, ma non è il suono che emetto la cosa da sottolineare. La cosa da sottolineare è che a causa del suo insulto ora ho un lago tra le gambe.
    
    Sono stretta tra la voglia che cresce al ventre, la paura di una cosa che mi farà non essere più come prima e la sensazione di sembrare una deficiente che non può fare altro che stare lì spalancata in attesa che lui si posizioni per bene.
    
    All’improvviso, l’attacco di panico. Il terrore di essere violata mi attraversa.
    
    Cazzo, cazzo, cazzo Tommy, ho cambiato idea, vorrei dirgli. Ma mi vergogno, è semplicemente troppo tardi. Ho un brivido di ...
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