1. La Succhiatette Professionista


    Data: 02/12/2017, Categorie: Lesbo Autore: silvano1151, Fonte: xHamster

    ... leccare per bene” disse passandosi la lingua sulle labbra.
    
    Sorrisi. “Tranquilla, non mi lascio scappare un servizietto se posso e poi sono una donna di parola.”
    
    La sorpassai per andare a pranzo e lei mi diede una sculacciata.
    
    Ester era una bella donna, molto più grande di me ma anche molto attraente: era divorziata ed era abbastanza ovvio che era alle prime esperienze con le donne dopo una vita passata a reprimere le sue voglie. In macchina, mentre guidava verso casa sua, approfittava di ogni semaforo rosso per mettermi una mano tra le cosce e toccarmi, stuzzicarmi e accarezzarmi. Le sue attenzioni non mi dispiacevano affatto e mi godevo una mano morbida e femminile che mi faceva bagnare.
    
    Il mio vero scopo però era ottenere l’invito per entrare nel locale lesbo più chic di Milano: si chiamava il Palazzo di Venere e, nonostante il nome altisonante, era un posto quasi segreto, severamente vietato agli uomini. Non compariva da nessuna parte su Internet, tranne che su siti e forum di gente che diceva di essere pronta a pagare per sapere dove fosse o che sosteneva che fosse tutta solo una leggenda metropolitana: era davvero incredibile il modo in cui tutte le sue clienti mantenevano il segreto sulla sua ubicazione, come se quel posto fosse talmente paradisiaco da volerlo a tutti i costi proteggere da chi non era meritevole di accedervi.
    
    Avevo sentito delle stagiste parlare di questo luogo: pare che il Palazzo di Venere fosse proprietà di una ricca imprenditrice che ...
    ... aveva contatti con la nostra azienda. Venni a sapere che la coordinatrice del mio ufficio, Ester appunto, era una delle frequentatrici del locale ma la cosa non era certa: avevo deciso di non tergiversare e di dare per scontato che le voci fossero vere, sfruttando l’attrazione della milf per me e ottenendo l’invito per entrare nel Palazzo. E dopo una notte di sesso con Ester ci sarei andata, oh, altro che se ci sarei andata.
    
    Amavo le donne, le avevo sempre amate. Non che disprezzassi gli uomini, semplicemente non mi interessavano. In camera da letto la femminilità e il suo antico potere mi attraevano come una calamita e inebriavano i miei sensi in un modo che la virilità degli uomini – con i quali pure aveva fatto esperienza – non poteva neanche lontanamente sperare di eguagliare.
    
    Non appena fummo a casa di Ester la donna mi spogliò impaziente e io la lasciai fare ma quando rimasi solo in intimo e tacchi alti fui io a prendere il controllo. Da suprema veneratrice delle tette, quale io modestamente sono, non era assolutamente possibile che quelle due angurie succose rimanessero “vergini”: le avrei leccate e succhiate fino allo sfinimento della mia signora e solo quando fossi stata soddisfatta l’avrei lasciata giocare con la mia micetta.
    
    Le sbottonai la camicetta firmata e mi morsi il labbro quando quel davanzale da panico mi si presentò davanti agli occhi (e alla bocca). Affondai la testa tra quei pancakes mentre le mie mani risalivano dietro la schiena di Ester e le ...
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