1. LAURETTA cap. 4 Il trauma della perdita della vergini tà


    Data: 29/11/2017, Categorie: Lesbo Autore: karinalisa, Fonte: RaccontiMilu

    ... interrompere il suo bocchino, si stava avvicinando una slitta trainata da un cavallo, lui si riaggiustò e continuarono al passeggiata.
    
    “E poi?” chiesi sollevando il viso sopra il suo. Sul mio collo rimaneva un senso di freschezza che mi fece rimpiangere le sue labbra. In poche parole arrivarono ad una sorta di capanno, il fatto che la porta fosse stata sgomberata daiia neve le fece capire che lui aveva premeditato tutto. Scappò via malgrado lui gridasse il suo nome implorandola di tornare indietro.
    
    “Perchè non hai voluto?” Chiesi. Le vennero le lacrime agli occhi. “Potevo forse dirgli: prima devo infilarmi nella fica questa cosa. . . Potevo dirgli questo?” Sussultai: “Ti porti dietro quelle supposte?”, “Si, le ho sempre con me anche se non credo. . .”
    
    “Corri a prenderle!”. Lauretta eseguì, mentre scendeva sottto dove erano rimasti i suoi vestiti, estrassi dal comodino svolgendolo dal suo panno, lo strapon nero; presentai il bulbo all’apertura della mia vagina e lo introdussi senza difficoltà tanto ero bagnata. Mi accorsi subito che non andava bene, il fallo oscillava oltre quello che desideravo, lo estrassi senza esitare e stringendo i denti lo spinsi nel mio ano.
    
    Quando la ragazza ricomparve mi trovò coricata sulla schiena, le gambe dischiuse che brandivo il mio cazzo nero. Presi dalle sue mani la scatoletta che mi porgeva, l’aprii estraendone uno dei due blister contenente cinque supposte, più grandi delle supposte comuni (anali per intenderci) ma dalla forma ...
    ... simile, premetti la parte argentata sopra una di esse e la feci uscire.
    
    Aveva una consistenza ceracea, mi colpì il suo odore lievemente pungente. “Infilala!” ordinai porgendogliela. Lauretta salita sul letto, le ginocchia aperte ai due lati delle mie cosce guardava assorta le sue mani, una le cui dita aprivano la sua fichina, mentre le dita dell’altra spingevano in profondità l’insolito oggetto.
    
    “Vieni!” L’invitai con le braccia aperte, si chinò sul mio viso coprendo la mia bocca con la sua, fu un bacio all’inizio delicato ma poi le sue labbra costrinsero le mie ad aprirsi, entrarono nella mia bocca spalancata, avvolsero la mia lingua, l’aspirarono, la succhiarono muovendo il viso in modo talmente voluttuoso che nella mia fica sentii come una scossa, le labbra inumidirsi, portai una mano fra le sue cosce, un dito ad eplorare la delicata sua fessurina . . .
    
    Ritiraii il dito, era bagnato di una sostanza liscia come fosse olio, la mia mano scese lungo la schiena della mia porcellina premendo le sue reni, lei aprì maggiormente le ginocchia, le mie dita scesero nel taglio del suo culetto, sfiorarono il suo buchino, poi la sua fichna . . . Inarcai appena le reni, il cazzo incontrò lo stretto suo taglio, Lauretta lo sentì, arretrò leggermente le ginocchia, le mie dita “videro” la cappella all’ingresso del suo sesso . . .
    
    “Adesso amore, adesso . . .” Sussurrai. La mano che brandiva il cazzo seguì il suo entrare nel grembo della ragazza, Lauretta sospirò, aiutai il suo ...
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