1. I marocchini lo fanno meglio


    Data: 13/09/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Goriot, Fonte: EroticiRacconti

    ... mi sento già bagnata. Ho il terrore improvviso, non so perché, che sua moglie lo veda e soprattutto veda con chi parla. Lui non esita a rispondermi: la moglie è tornata per qualche giorno in Marocco insieme con i due figli, approfittando del periodo di pausa del campionato di Medhi. Arriva un’altra foto. Eccitatissima, la zoomo e vedo uno spettacolo: il mio Adone si è tolto i pantaloni, la foto inquadra tutto il suo corpo da dio greco e ammiro le sue cosce possenti. “Vieni da me, ora”. “Non posso, Medhi, i miei si insospettirebbero. Domani ci sei?”. Rimaniamo d’accordo per vederci all’indomani mattina alle 9.
    
    Dopo aver chiesto alle mie amiche di reggermi il gioco con gli altri in università –sto marinando una lezione per la prima volta in vita mia-, raggiungo la casa di Medhi. La mia emozione è indescrivibile, io che sono ancor vergine sento che con ogni probabilità mi svezzerà colui che è sempre stato il mio sogno erotico. Suono, esattamente dov’ero ieri sera. Lui, vestito con la sua tenuta da giocatore della Juve, mi prende con forza alla porta e mi mette a sedere su di lui sul tavolo della cucina. Vinto il mio tremore, iniziamo a baciarci, ci esploriamo la bocca a vicenda con le nostre lingue, io sento il suo pacco pulsare sempre più forte sotto di me. “Oggi non voglio fare la brava”, gli sussurro all’orecchio. Senza neppure rispondermi e senza smettere di baciarmi, lui mi prende in braccio, quasi inciampa nel camioncino giocattolo del figlio e mi sdraia con violenza ...
    ... sul letto. Sempre più incredula, comincio io, fingendo di avere un’esperienza che invece non possiedo, e gli sfilo lentamente i pantaloncini, che hanno il meraviglioso odore di lui e quindi annuso a più non posso. Lui è lì, mio, con le mutande indosso, è come una mia preda in quel momento che so di non poter sprecare. Non voglio mostrarmi impacciata, e prendo a baciargli quella meraviglia di corpo, scolpito e muscoloso, a cominciare dai polpacci e dalle cosce robuste –ho gusti strani, lo so, ma ogni muscolo di Medhi è come un richiamo per me. Con la lingua risalgo sino alla zona dell’inguine: sto eccitandomi sempre di più e comincio a bagnarmi. Medhi comincia a palpitare dall’attesa, lo sento bestemmiare animalescamente. Gli tolgo anche le mutande e comincio a fargli una pompa ad arte, che mi stupisce di me stessa. Con la mia bocca salgo e scendo, dirigo io il gioco, mi fermo per innervosirlo e giocare, ma non posso più fermarmi –lui steso mi tiene la mano possente sulla testa per farmi andare avanti, come fossi una troia da quattro soldi- quando il suo cazzo, duro all’inverosimile, pulsa sempre più e, proprio mentre Medhi lancia una bestemmia potentissima, lascia andare fuori più schizzi di sborra giallastra, che io non esito certo a leccare in ogni parte. Mi assicuro che nulla di quel ben di Dio resti inutilizzato, gli lecco le palle e l’ano intanto che ci sono, e torno a baciarlo sporca di sborra, macchiando la sua bocca del suo stesso seme.
    
    “Sei una brava puttanella, ma ...