1. I marocchini lo fanno meglio


    Data: 13/09/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Goriot, Fonte: EroticiRacconti

    Mi chiamo Marta, ho 20 anni e sono una studentessa del secondo anno presso la facoltà di Lettere all’Università di Torino. I costi della vita accademica sono alti, si sa, e per contribuire a finanziarli svolgo da qualche tempo il mestiere di “rider”, ovverosia consegno il cibo a domicilio per conto di una piattaforma online. Non guadagno molto, ma è pur sempre qualcosa.
    
    E’ dicembre, siamo nel periodo tra Natale e Capodanno. Di questi tempi la gente, sazia dalle proverbiali abbuffate del periodo, non ordina spesso cibo a domicilio, e la sera per lo più studio. Alle 21, però, mi arriva la notifica dell’ordine di una pizza e una birra in periferia, e, vestitami in tutta fretta, cerco di raggiungere la destinazione il prima possibile. Arrivo, suono il campanello e mi sembra di essermi sbagliata: quella a cui ho suonato è la casa di Medhi B., il più figo dei calciatori della Juve. Quante volte avevo guardato il suo profilo Instagram, sbavato sulle sue foto, sognato di averlo vicino a me! La sua reazione però è ben diversa da quella che spero: prima ancora di aver aperto la porta, sento una voce furiosa: “Cazzo,pago per la tua roba di merda e devo aspettare mezz’ora?” . Quando mi vede, si scusa subito per aver parlato in quel modo e cambia espressione. Probabilmente si aspettava un ragazzo alla porta. Quanto a me, sono una ragazza normale, capelli mori, occhi sul verde, alta, snella. Non male ma nulla di che, insomma. Medhi mi squadra dalla testa ai piedi, e vedo che si ...
    ... sofferma più che tutto sul mio seno, una bella quarta in effetti. Se fosse uno qualsiasi, gli direi che è un gran maleducato. Ma da Medhi accetto questo e altro. I marocchini come lui mi sono sempre piaciuti moltissimo, sarà l’incarnato “caffelatte”, sarà il loro accento e la loro voce profonda. Quasi quasi sogno che mi chieda di fermarmi (non devo eseguire altri ordini, per stasera). Non succede, ma qualcosa comunque lo fa: “Senti, sono stato uno stronzo prima. Me lo dai il tuo numero? Giusto così, per parlare un attimo poi con calma e scusarmi come si deve”. Senza pensarci due volte gli detto ogni cifra, attenta che lui le ripeta e le segni in modo corretto sul suo smartphone.
    
    Torno a casa e sto per andare a dormire, quando arriva il messaggio su Whatsapp che stavo aspettando con frenesia. “Ciao, come stai?”. E’ Medhi. Senza credere di poter messaggiare con lui in persona, gli rispondo e cominciamo a conversare. Parliamo del più e del meno, io mi tengo sul cauto perché ancora mi sembra strano di poter messaggiare con un calciatore, per di più quello che da sempre desidero. Lui comincia a fare via via richieste un po’strane, su che pigiama ho, se ho uno specchio in camera, se sono da sola o con una sorella o amica. Io rispondo un po’ sul vago, prendo tempo. All’improvviso, ecco un’immagine da parte sua: la apro e, meraviglia, è un suo selfie in bagno con il petto muscoloso in bella mostra. Il braccio muscoloso, , i capezzoli in tiro e il viso da gnocco mi fanno arrossire e quasi ...
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