1. quando i miei amici mi usavano come una ragazza


    Data: 05/09/2019, Categorie: Anale Sesso di Gruppo Gay / Bisex Autore: sessoinlombardia, Fonte: xHamster

    Quando andavo ancora a scuola avevo gambe non muscolose ma toniche. Ero magro. Erano in pratica gambe da ragazza. Il mio culetto non era grosso e nemmeno scavato. Era rotondo, praticamente il culetto di una ragazza. Il mio fisico era quello di una clessidra stretta. Questo grazie alla mia vita sottile. Era in pratica il giro vita di una ragazza. Portavo i capelli lunghi.
    
    Non ero effeminato, anzi, avevo anche varie ragazze, con cui riuscivo ad avere successo e con cui mi divertivo. Di qualcuna mi innamoravo.
    
    Però mi piaceva il cazzo e sognavo di prenderlo, soprattutto da alcuni amici dai quali volevo proprio essere posseduto. Chiuso nel mio bagno erano già diversi anni che indossavo collant e autoreggenti di mia sorella, e qualche suo vestito, o camicia da notte, o gonna. Mi accarezzavo guardandomi allo specchio e immaginando di essere toccata dai miei amici oppure di fare per loro uno spettacolino... Ho scritto "toccata", mi è già uscito il femminile. Sono proprio una puttanella.
    
    Pur mantenendo un aspetto pubblico ed una vita eterosessuali non c'era voluto molto perché i miei amici si accorsero della mia predisposizione alla passività nel sesso e soprattutto a volerlo dai maschi. Da loro.
    
    Era iniziato tutto facendo footing nel bosco con due di loro, sotto i calzoncini vedevano il mio culetto e cominciavano a fare battute erotiche "Che bel mandolino", "Se fossi una ragazza te lo mangerei", "Peccato che non sei una ragazza, con quel culo ti farei di sicuro", "Se ...
    ... stai girato e fai la voce acuta non si capisce... quasi quasi ti inculo".
    
    Ero un po' spaventato ma molto eccitato. Eppure in questa eccitazione non avevo erezione. Ad un certo punto mi allontanai per fare un po' di pipì. Fecero due battute: "Falla seduto però, che con quel culetto non puoi fare troppo il maschio", "Se ti seguo me lo dai?". Avrei voluto essere seguito e preso sotto le piante senza pietà. Il solo pensiero mi aveva fatto tirare il pene, prima di urinare dovetti masturbarmi, ero eccitatissimo, sborrai molto e molto lontano, su un cespuglio, guardavo lo sperma colare e avrei voluto che fosse di uno di loro. In quel caso lo avrei voluto tutto in bocca o nel culo. arrossii al pensiero o forse mi eccitai ancora di più. Non so perché ma durante la pipì volli verificare lo stato del mio buchetto, mi infilai mezza falange nel culetto e l'annusai. non aveva nessun odore e non si era sporcata. Inconsciamente volevo la sicurezza di avere il buco pulito, nel caso loro si fossero decisi a prendermi.
    
    Quando li vidi, belli, che mi aspettavano li trovai tanto boni da farmi battere il cuore forte e da volerli assolutamente, nei pochi metri che mi separavano da loro me ne immaginavo uno in culo e l'altro in bocca. contemporaneamente, mentre pronunciavano il mio nome che, scherzo del destino, è unisex, mi vedevo portarli all'eiaculazione. "dai Andrea, pompami" "Vengo Andrea", "Dai Andrea amore, muovi quel culo"... All'idea di voler essere chiamata amore mi vergognai tantissimo, ...
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