1. Racconto di un amica insegnante, la gita, reale.


    Data: 27/08/2019, Categorie: Lesbo Autore: BULLTO76, Fonte: Annunci69

    ... giovinastri che, dopo il mangiafuoco, hanno voluto godersi anche il nostro di spettacolo. Sono eccitati, lo percepisco dal tono delle loro voci. Posso capirli, siamo noi le colpevoli. Cerco aiuto negli occhi di Laura. Lei è più grande, spero che sappia cosa fare. Lo sa: “Ciao ragazzi, ci andiamo a prendere un drink al bar di piazza San Marco? Ci accompagnate? Non ci va di andare in giro da sole.” Esclama con voce impostata, da insegnante. Li ha presi per il verso giusto. Tiro un sospiro di sollievo.
    
    Piazza San Marco ci appare davanti inaspettatamente, come se qualcuno avesse aperto un gigantesco sipario su una scena maestosa e profonda. Vertiginosa la bellezza che pervade ogni singolo elemento architettonico e portentosi l’equilibrio e l’armonia del tutto.
    
    Ci sediamo al tavolo del bar più caro del mondo e ordiniamo una bottiglia di vodka, un secchio di ghiaccio e sei bicchieri. L’atmosfera è rilassata con una punta di euforia nella componente, maggioritaria, maschile. Hanno acchiappato due pollastrelle niente male nella città più erotica del pianeta. La vodka incomincia a farsi sentire, mentre uno dei ragazzi ha confezionato un joint di erba di dimensioni impensate e si prepara ad accenderlo con evidente orgoglio. “ È da sei!” Si giustifica.
    
    Dopo una mezz’ora si presenta un cameriere con lo scontrino. Nessuno di noi fa il gesto di prenderlo: seguitiamo a ridere come dementi. Lui, dall’alto della sua esperienza, capisce l’antifona e si dilegua dopo aver lanciato lo ...
    ... scontrino in mezzo al tavolo. Sicuramente andrà a chiedere rinforzi.
    
    La stessa idea balzana di scappare senza pagare attraversa le nostre menti obnubilate dagli effetti concentrici dell’alcol e dell’erba. Ci guardiamo negli occhi come fossimo una squadra di basket prima di scendere in campo. E poi lo facciamo: scappiamo come quei ragazzini che hanno appena suonato tutti i campanelli del palazzo dove abitano. Corriamo a perdifiato per calle e vicoli sconosciuti, con la netta e orribile sensazione di essere inseguiti da un nugolo di camerieri inferociti. Ci infiliamo nel vicolo più buio che vediamo e proviamo a nasconderci appiattendoci contro il muro umido di un piccolo arco. Siamo tutti senza fiato e in fila, i nostri corpi si toccano entrano in contatto per rassicurasi, sentirsi al sicuro.
    
    Siamo terrorizzati e al tempo stesso eccitati dalla bravata e dalla promiscuità. Sento una mano infilarsi sotto la mia gonna e raggiungere rapidamente il mio triangolo delle Bermude da sopra le mutandine. Laura è davanti a me, le prendo il viso tra le mani e la bacio, anche lei è impegnata su più fronti. Uno dei ragazzi si è inginocchiato e le sta leccando la fica; lei tiene la gonna sollevata con entrembe le mani e mi bacia. Intanto la mano indagatrice mi ha calato gli slip fino al ginocchio e poi si è fatta sostituire da un meno duttile, ma più efficace e consono, cazzo. Me lo ha ficcato dentro come se fosse casa sua, la sua custodia, la sua fondina. Le labbra di Laura mi stanno ...