1. Meister


    Data: 26/11/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Pickingyourmind, Fonte: RaccontiMilu

    ... donna. La camicetta aveva un motivo floreale di cotone, molto fresca, come i bianchi pantaloni di lino corti sotto il ginocchio. Dietro di lei, nell’ampio salone, una scala lambiva le pareti per andare al piano superiore.
    
    La signora chiese di portare i bagagli in camera, ma fu fermata dall’uomo. Non importa, le disse. Sorrise mentre lo diceva, pensando a quante volte nelle fantasie senza limiti, rese possibili da internet, aveva avuto a che fare con le donne e come le aveva deliziosamente curate.
    
    Salendo sulla scala di legno, i gradini cigolavano uno dopo l’altro. La villa era stata costruita all’inizio del secolo ed era stata riadattata per i soggiorni estivi; niente riscaldamento, niente aria condizionata, niente telefono. L’unico lusso era quello di avere disponibili l’acqua calda e la corrente elettrica.
    
    Avrebbe visitato le altre stanze nei giorni successivi; adesso aveva bisogno di riposarsi. Proseguirono fino alla camera al secondo piano. Le porte erano di colore verde chiaro con al centro, dipinto, il numero della stanza circondato da tralci di edera, pomelli rotondi di ceramica al posto delle classiche maniglie, riccamente dipinti con motivi floreali. Ruotandolo entrò nella stanza, era spaziosa e accogliente: un gran letto di lato, un armadio capiente, una scrivania d’epoca con una lampada che emanava una luce soffusa, in fondo una porta portava al bagno, una larga vetrata nascosta da una pesante tenda portava su una terrazza panoramica da cui, sebbene in ...
    ... lontananza, si vedeva il mare. La tipica vista mare delle agenzie turistiche, pensò, anche se a molti chilometri di distanza.
    
    Accostate le valigie in un angolo della stanza, si diresse al bagno. Il bagno d’epoca era in pieno stile inglese d’inizio secolo; notò la grande vasca che riempì d’acqua e dei sali che erano stati lasciati sulla mensola. Il bagno fu rigenerante, seguito da un riposo nel letto che accolse il corpo, ormai rilassato, per qualche ora.
    
    Si svegliò al trillo di uno dei telefonini che aveva portato: era quello della famiglia. Tutto bene, sono arrivato, a domani, ciao. Era di poche parole. Non sempre. Spense il telefonino usato per la professione che era rimasto acceso. Cercò in valigia, trovò il cellulare che permetteva di sublimare le fantasie. Lo accese, nessun messaggio. Bene, pensò. Aprì la rubrica e cercò il nome con calma. Sara. Preparò il messaggio con la solita dovizia di particolari e lo inviò. Spense anche il terzo cellulare.
    
    Erano circa le quattro di un caldo pomeriggio, il cellulare di Sara emise un flebile trillo dalla sua borsetta: un nuovo messaggio era arrivato, nuove emozioni per lei da vivere. Così, con mano tremante, frugando di nascosto al lavoro lo cercò, come per soffocarlo. Andò, come era solita fare, al bagno, dove leggeva in completa segretezza le fantasie che avrebbe potuto vivere, le pazzie che avrebbe compiuto guidata dal suo Meister, come amava chiamarlo. Il suo Maestro mandava i messaggi sul suo cellulare, come se avesse ...
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