1. Come diventai cornuto. Molto cornuto


    Data: 19/08/2019, Categorie: Cuckold Autore: Maritomao, Fonte: RaccontiMilu

    ... Poi però mi dice una cosa che mi lascia senza fiato: «Forse ti sei sbagliato… forse le tue fantasie si possono realizzare.. pensa, mi ha lasciato il suo numero – e me lo dice: cazzo, è proprio il suo – e si è fatta lasciare il mio. Io non la forzo, se mi chiama lei vediamo cosa si può fare, altrimenti pazienza, vuol dire che avevi ragione tu». Gli lascio una mia mail secondaria, segreta, che uso per cose non ufficiali, chiedendogli di farmi sapere non appena c’è qualche novità. Chiudo la chat e vado in bagno: non so se essere più incazzato o più eccitato. Mi sego e vengo subito. E mi infilo a letto mentre lei già dorme.
    
    Il giorno successivo controllo quella mail almeno duecento volte: non c’è mai nulla. Proprio mentre la guardo un’ultima volta prima di tornare a casa vedo un messaggio da un indirizzo che non conosco. Con il cuore che mi pompa a mille lo apro. E’ lui. «La tua bella mi ha chiamato poco fa. Sabato mi viene a trovare a Torino per bere una cosa insieme. Mi ha detto che userà come scusa una visita a una sua amica di Torino con cui si vede ogni tanto. Per cui cerca di non metterle i bastoni tra le ruote, altrimenti va tutto a puttane». Esco dall’ufficio e mi fermo a bere qualcosa di forte nel bar poco lontano. Poi vado a casa. E’ tutto normale. Se non che, mentre è in cucina a preparare la cena, e io sul divano guardo la tv, mi dice: «Ah, oggi mi ha chiamato Sandra. Se sabato lavori, visto che io sono a casa, andrei a trovarla».
    
    «Sì, lavoro… vai pure», ...
    ... rispondo. E mi chiudo in bagno.
    
    Usciamo da casa assieme. Lei per andare dalla sua “amica”, io per l’ufficio.
    
    Ho un bel po’ di cose da fare, ma non riesco a concludere nulla. Passo dalla rabbia all’eccitazione alla gelosia. Sempre con il cuore a mille e il cazzo duro. Ad un certo punto non resisto più: vado in bagno e mi sego. Ma appena torno a sedermi l’eccitazione mi salta di nuovo addosso. Mi sembra sia passata un’eternità, e invece non è trascorsa neppure un’ora. Conoscendola non sarà neppure arrivata a Torino. Guardo la mail segreta di continuo, e ovviamente non ci trovo nulla.
    
    Far passare quel pomeriggio è una tortura. Il mio pensiero corre sempre a Sara, a cosa starà facendo in quel momento. Non so cosa sperare: a volte mi auguro che abbia aperto le gambe per quel suo amico, e che lui mi mandi una mail dettagliata di tutto quello che le ha fatto. Subito dopo mi auguro che non succeda nulla. E poi mi convinco che tanto quello che può succedere o non succedere non dipende da me.
    
    Poi riesco a non pensare a nulla, a buttarmi sul lavoro. E il tempo lentamente passa.
    
    Poco dopo le 18 mi chiama: «Ciao, sto partendo adesso per tornare a casa. Che ne dici, andiamo a cena fuori?». Accetto. Cerco di capire da quelle poche parole come sta, il suo stato d’animo. Ma non riesco ad interpretare nulla. Però mi attacco alla mail. Guardo di continuo. E finalmente arriva posta: è lui. «Caro amico – mi scrive – Mi sa proprio che sulla mogliettina hai preso un po’ una cantonata… ...