1. I palestrati - parte 2


    Data: 14/08/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Satyricon, Fonte: EroticiRacconti

    ... un perfetto sconosciuto che si segava davanti a lei!
    
    Eppure, se devo essere sincero, c’era qualcosa di eccitante in tutta quella situazione. Per una frazione di secondo, trovai meno sgradevole del previsto l’idea che la mia ragazza potesse… ma no, cosa mi veniva in mente? Ero un depravato? Ero uno di quei deviati che godono nel vedere la propria compagna scopata da un altro?
    
    «Sofia, andiamocene…» feci per dire, ma lei nemmeno mi degnò di uno sguardo.
    
    Fissava lo scettro di carne davanti a sé in estasi, come se stesse assistendo a un miracolo. E in effetti un cazzo di 30 centimetri – perché tanto era lungo da eretto – si può considerare un miracolo che non si vede tutti i giorni. Persino io fui per qualche secondo ipnotizzato da quell’asta così perfetta, sotto cui penzolavano due testicoli perfettamente depilati, pieni e sodi.
    
    «Bello spettacolo, vero?» incalzò il palestrato, rivolgendosi a Sofia ovviamente. E un attimo dopo le rivolse la fatidica domanda: «Vuoi toccarlo?»
    
    Invece di rispondere subito, la mia ragazza cercò il mio sguardo. Non disse nulla, si limitò a fissarmi intensamente negli occhi. Capii che era eccitata ma non avrei saputo dire se era merito maggiormente della prestanza di quei ragazzi o del semplice brivido della trasgressione, visto che ci trovavamo in un luogo pubblico, per quanto deserto. Dopo un paio di secondi arrivò la fatidica risposta: «Sì, fammelo toccare»
    
    Mi sentii il cuore esplodere, non so se di gelosia o di eccitazione o di ...
    ... chissà quale altro sentimento, poi iniziò a battere all’impazzata. Sofia si alzò in piedi, colmò la distanza che la separava dal ragazzo col cazzo eretto e avvolse le sue dita affusolate intorno a quell’asta di carne pulsante, per poi farle scorrere lentamente su e giù. Per il momento più che masturbarlo sembrava stesse esplorando col tatto la sua nerchia, e intanto lo fissava dritto negli occhi con un’espressione che le avevo visto fare solo raramente e solo quando eravamo a letto, nei momenti in cui era più eccitata. Anche Aldo si alzò in piedi e allungò una mano verso le sue natiche, per palpargliele sotto i miei occhi gelosi e increduli, e altre mani pensarono di occuparsi del suo seno.
    
    Feci appello a tutto il mio orgoglio e scattai in piedi, deciso a fermarli. Mario mi si parò di fronte. Non feci in tempo a fermarmi e andai a sbattere contro quella montagna di muscoli, per poi finire indietro col culo per terra, umiliato ancora una volta.
    
    «Adesso stai lì a guardare, pisellino» mi disse con un tono perentorio. «Ci prenderemo cura di Sofia, tranquillo»
    
    Digrignai i denti e spostai lo sguardo nuovamente su Sofia, appena in tempo per vederla inginocchiarsi sulla sabbia e prendere in bocca il membro del ragazzo che si era masturbato. Provai ad alzarmi ancora, ma questa Mario mi afferrò per i capelli e mi costrinse in ginocchio.
    
    «Perché devi rendere tutto così complicato, pisellino?» mi domandò, poi afferrò per la base il proprio membro, ancora moscio ma già enorme, e ...