1. Consolare la migliore amica


    Data: 24/11/2017, Categorie: Lesbo Sesso di Gruppo Autore: Deb, Fonte: RaccontiMilu

    ... con gli abiti nuovi ma non quelli più provocanti.
    
    Spritz. Americano. Altro Spritz. Negroni. Mojito. Tutti offerti da ragazzi che facevano a gara per conoscerci, ma noi dovevamo parlare e ridere tra noi dei vecchi tempi. Il tutto prima delle 9.30. Barcollanti siamo tornate a casa felici per un breve riposino prima della discoteca, cambiarci, rifarci il trucco e, ammetto prendere un additivo che Fede non prendeva da un bel po’ e che io avevo a casa e non usavo da un mese. Per mezzanotte abbiamo chiamato il taxi e siamo uscite: lei sotto il cappottino aveva una canotta di quelle asimmetriche, una minigonna nera cortissima su calze coprenti, stivaletto nuovo. Io un microabito un po’ luccicante e tacco 12, calze un po’ più leggere.. “Sembriamo due troie”, ha scherzato. “E allora troieggiamo”, ho risposto. Da lì è iniziato il delirio. Siamo entrate in disco dove ci aspettavano un gruppo di ragazzi e ragazze che conoscevo di vista: ci abbiamo ballato e ho iniziato a limonare con il più stronzo e il più figo del gruppo. Fede ridacchiando l’ha fatto girare e se l’è limonato pure lei. E così via con almeno altri quattro ragazzi, che non hanno perso occasione per provare a mettere le mani sotto la gonna. Era su di giri, la mia amica, e così lo ero anche io. E ci siamo baciate appassionatamente in pista. Un bacio tra amiche. Mi ha trascinato in bagno: finito l’additivo in un’ultima lunga tirata, mi ringrazia per la serata e mi fa: “Senti, ma’. ti ricordi la cosa che mi avevi ...
    ... raccontato?”. Io non capivo a cosa si riferisse. Mi fa un segno tre con la mano. Oddio. Sì, è vero, era capitato. Ma mai con gente che conoscessi poco, e mai con la Fede. “Ti prego ti prego ti prego Deb” prima di baciarmi. “Sì”, le ho detto senza dubbi. “Ma alle mie regole”.
    
    “Sarebbero?”
    
    “Niente oscenità in pubblico e ci giochiamo fino alla fine senza farglielo nemmeno sperare. E ne voglio uno elegante, bello e magari non terrone ahaha” La risposta è stata affermativa. Con un sorriso abbiamo corrotto il buttafuori che sostava davanti al privé, e lì ci siamo scatenate a ballare. La maggior parte della gente che è nei privé mi sta sul cazzo, ma in tanto schifo un po’ di educazione si trova. Andrea, triestino di 27 anni, mi ha subito adocchiata; la Fede nel frattempo limonava duro con uno che no sapeva nemmeno come si chiamasse. Questo ha esagerato e così è venuta da me a dirmi che forse non era stata una grande idea. “Sediamoci sui divanetti e fumiamo una sigaretta di nascosto”, mi ha convinta . Andrea era un po’ seccato. Le strobo flashhavano ogni tanto il buio dello spazio lasciato libero da chissà chi. “Ma deve sempre stare tra le palle la tua amica?” mi ha sussurrato.
    
    “Oggi hai vinto all’enalotto, solo che ancora non lo sai. Siediti”, gli ho risposto buttandolo con decisione sulla poltrona. Non ha capito, ma l’ho baciato di forza, toccando con finto disinteresse qualcosa che si ingrossava sotto i suoi jeans con il dorso della mano . Baciava bene. A Fede ho detto ...