1. Luciana [2]


    Data: 22/07/2019, Categorie: Etero Autore: foreignpress, Fonte: Annunci69

    ... difficilissima sega coi piedi, fatta da dietro, con la visuale del suo culo e di un ciuffo di fica sgocciolante. Sborrai dopo poco anche io, per la visuale e per le porcate che diceva sul mio cazzo (e perché, con una certa maestria, fece in modo che i suoi capezzoli sfiorassero i miei alluci).
    
    Restammo a letto, nudi e mezzi appiccicosi (la mia pancia e i suoi piedi erano pieni di sperma) per un’intera giornata. Ci rivestimmo per mangiare, sorridere spiacenti al mio coinquilino e fare una doccia. Tornammo a letto presto, nudi ma appagati.
    
    Da quel giorno iniziò tra me e Luciana un rapporto diverso: una relazione romantica. Dire che volessi quel bambino è una cosa grossa, ecco, non ero proprio entusiasta a differenza sua, ma l’idea di diventare papà (quando mi sfiorava, cioè piuttosto raramente) mi emozionava. E, in un certo senso, mi eccitava anche. Non saprei dire perché. Forse per l’idea di averla fatta mia al cento per cento, come se la gravidanza fosse una forma di sottomissione: io ti fecondo, quindi ti possiedo. Non lo so, non mi sono mai psicanalizzato, ma credo sia così.
    
    Di certo la Luciana in gravidanza era meno arrapata ma più bisognosa di coccole e attenzioni (a un’estenuante cavalcata, per esempio, preferiva una leccata dolce, veloce e finalizzata a un buon orgasmo), e soprattutto più generosa: si prodigava in pompini lunghi e generosi (ma senza ingoio: l’idea di bere lo sperma, da incinta, le faceva impressione) e senza vergogna posava per foto e piccoli ...
    ... video osceni. Si era anche lanciata molto sul versante anale, comprando molti lubrificanti e permettendomi di insistere nonostante il dolore, sebbene la sua passione per il rimming ricevuto spianasse la strada, per così dire, meglio di qualsiasi aiuto artificiale.
    
    A due mesi dalla scoperta della gravidanza, il marito di Luciana se ne andò di casa e le lasciò tutto. Non chiesi molto di lui, in quel periodo, perché un po’ mi sentivo in colpa. Durante il sesso lo chiamavamo Il cornuto, ma appena finito provavamo un gran rispetto per lui: era un brav’uomo, le aveva voluto sempre bene, era stato anche gentile con me. Non poteva immaginare che adesso lavoravo alla mia scrivania nudo dalla maglietta in giù mentre sua moglie incinta di cinque mesi mi spompinava e mi leccava i piedi da sotto la scrivania, chiamandomi Padrone.
    
    Era sempre più bella: i seni erano gonfi, i capezzoli larghi, la pancia molto tonda e ben sporgente, già da metà del quinto. Ogni volta che la guardavo, sia nuda che vestita, nelle ore interminabili che trascorrevamo in casa, mi dicevo che avrebbe fatto la gioia degli appassionati di webcam. Una donna vera, adulta, normale, per niente somigliante a una modella ma sexy, resa più attraente dalle forme della gravidanza, per giunta con un compagno vent’anni più giovane. Volendo esagerare, ecco, eravamo una categoria: milf e younger man, o qualcosa del genere. Ma eravamo anche skinny, anche pregnant, anche fit (lei), anche fetish (alla bisogna). Insomma, cazzo: ...