1. Fotografare quegli attimi


    Data: 10/07/2019, Categorie: Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... piacevano i contrasti che gli chef erano in grado di creare con i cibi. Io ero arrivata a capire come temperare il cioccolato quando sentii bussare alla porta: era Matteo. Sentii chiamare da fuori insistentemente, però ero terrorizzata all’idea d’aprire e affrontarlo, tuttavia non potevo rimanere chiusa in casa per sempre, anche se in alcuni momenti mi piaceva pensarlo, così m’alzai e lo feci entrare. Lui era arrabbiato, il suo viso amareggiato e deluso dava l’impressione di sapere ormai tutto:
    
    ‘Lidia, potresti spiegarmi che cosa succede?’.
    
    Io non riuscivo a guardarlo negli occhi e facendo finta di niente iniziai a sistemare la casa troppo in disordine come per accogliere qualcuno.
    
    ‘Mi vuoi dire che cos’hai? Sono parecchi giorni che non ti fai sentire, il cellulare &egrave sempre spento. Hai idea di quante persone ti stiano cercando?’.
    
    ‘Matteo, nessuno ha bisogno di me, io al tempo stesso non ho bisogno di nessuno’.
    
    Che bugiarda e che falsa pensai dentro di me. Erano sette giorni che desideravo vedere Teresa e Matteo, eppure mi mancavano le palle. Matteo sapeva che qualcosa non andava e aveva benissimo il sentore che non si trattava d’una delle abituali delusioni d’amore o faccende simili, dal momento che mi guardava riordinare e spostare i vestiti da una poltrona all’altra.
    
    ‘Sei strana però, anche nel mettere in ordine la casa’.
    
    Lui aveva ragione, perché le mie azioni non avevano senso, io mi limitavo a prendere gli oggetti superati e riporli in altri ...
    ... punti, dove ridondavano ugualmente. Ero assurda e incongrua, mi voltai verso di lui, m’avvicinai e lo abbracciai forte. Sentivo il calore delle sue braccia entrarmi dentro e sommessamente le lacrime iniziarono a irrigare il mio volto, lui non mi disse né mi chiese nulla, m portò sul letto e m’abbracciò per ore in silenzio, con il mio pianto che ogni tanto si faceva più vivo. Quando ormai mi ero calmata Matteo si era frattanto addormentato, io m’alzai con una fame incredibile, decisi allora di preparare qualcosa, però il frigorifero era ormai vuoto e sembrava esprimere e rispecchiare ricalcando il mio stato d’animo addolorato e demoralizzato del momento.
    
    ‘Andiamo a mangiare qualcosa fuori?’ – disse Matteo seduto con le gambe incrociate sul letto.
    
    ‘No, stiamo qui, ordino io qualcosa’.
    
    Passammo tutta la serata a conversare, però non ci avvicinammo mai all’argomento di qualche ora prima. Scherzavamo come eravamo soliti fare, intanto che distrattamente osservavamo le scene più divertenti del film che Matteo aveva scelto dalla mia collezione. Non eravamo mai riusciti a guardare un film dall’inizio fino alla fine, perché ogni volta ci perdevamo a commentare i particolare nascosti che solo occhi più attenti e vigili riescono a cogliere, come per esempio i microfoni che ogni tanto spuntano dall’alto della scena, oppure una macchia sul vestito della protagonista o il percorso delle luci. Erano queste le cose che ci divertivano, anche se smarrivano il filo della trama. Io non ...
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