1. Il poker è anche un gioco - la rivincita


    Data: 08/07/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    ... marito. – Devi toglierti tutto.
    
    - E restare nuda. – Aggiunsi.
    
    - Ma voi siete pazzi! – Esclamò. – Vi siete messi d’accordo?
    
    - Non dire stronzate! – La bloccò il marito. – È stato tutto regolare. Purtroppo ho perso e devi spogliarti completamente.
    
    - Ma… Non sono pronta! Io…
    
    - Elena, – le dissi con calma. – Se avessi perso 500 euro, Franco li avrebbe già intascati… Naturalmente puoi tirarti indietro.
    
    - Come? Non ci penso neanche. – Disse il marito. – Io ho sempre pagato i debiti di gioco.
    
    - Franco ha ragione, – aggiunse Elena. – Sono pronta a spogliarmi. È solo che avevo pensato di spogliarmi nell’arco della serata… Beh, mettetevi comodi che faccio lo spogliarello. Spero che mi riesca bene. Proprio non ci avevo neanche pensato…
    
    Girai la poltroncina verso di lei. Franco andò a prendere dell’altro da bere, Elena abbassò le luci lasciando vive solo quelle che illuminavano lei. Mi sentivo eccitato come la prima volta che da ragazzino ero andato al cinema per vedere una donna nuda.
    
    Prima di tornare a sedersi, Franco accese lo stereo e lasciò la musica che aveva studiato nell’evenienza che la moglie che si dovesse togliere qualche indumento.
    
    Elena si mise in posa e poi fece qualche giro su se stessa al ritmo della musica. Si accarezzò le curve e poi sollevò un po’ la gonna. Lo fece più volte, scoprendo sempre più le gambe, mostrandomi la fine delle calze. L’uccello approvò.
    
    Per togliersi la sottana si girò di schiena. Portò le mani alla zip laterale, ...
    ... la abbassò e la slacciò. Quindi la lasciò cadere, mostrandosi in calze, reggicalze e mutandine. Una visione fantastica. Le mutandine non erano un tanga ma un triangolino che metteva in risalto le piegoline alla base delle natiche. L’uccello, se avesse potuto, avrebbe battuto le mani.
    
    Si girò più volte,mettendo in mostra una femminilità ben evidenziata dalla sua biancheria e dalle curve del culo. D’altronde, il culo di Elena era proverbiale per la sua bellezza. Mi sentii un privilegiato a poterglielo vedere così da vicino e con calma e mi augurai di poterlo violare nuovamente al cospetto di suo marito. La sua complicità, concessa o strappata, mi eccitava all’ennesima potenza.
    
    Elena portò il piede destro sulla sedia, accarezzandosi la coscia. Poi, giunta al gancetto, slacciò il reggicalze. Era una cosa che non vedevo dai tempi di mia madre, quando si vestiva o svestiva davanti a me, turbandomi.
    
    Sfilò la calza con voluttà, sapendo cosa mi provocava, e me la gettò. Stava entrando nella parte. La raccolsi e l’annusai, facendo in modo che Franco mi vedesse.
    
    Poi si girò e ripeté la stessa cosa con l’altra calza. Stavolta la mise in tensione e la lascò volare da me. Suo marito non esisteva nel nostro gioco, era solo uno spettatore passivo. Come piace a me.
    
    Si girò di schiena e tolse il reggicalze, mostrandosi in mutandine con la sola camicia addosso che le copriva il culo per metà. Alzò più volte le braccia, per scoprirlo di più e infine si girò per mostrarsi mentre ...
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