1. La mia cognatina 2..............


    Data: 26/06/2019, Categorie: Etero Autore: menslave, Fonte: Annunci69

    Spesso nelle nostre famiglie si usa trovare un momento di aggregazione che spesso corrisponde alla giornata di domenica, visto che durante la settimana si sgobba in ufficio o in azienda.
    
    Ebbene non ci crederete ma in mezzo a tutto questo groviglio di voci, grida di bambini e di pasta, mi è capitato di captare un segnale inequivocabile quanto apparentemente sommesso ma pungente….direte e da parte di chi….eh eh eh…..siete curiosi di saperlo?? Non lo immaginate????? … ma certo l’avete indovinato .... da parte di quella troia di mia cognata.
    
    E come ha fatto?? Presto detto. Eravamo ancora tutti seduti a tavola in attesa del secondo e mia cognata che si era “appostata” ad arte di fronte a me mi lanciò uno sguardo di intesa, come a dire, stai attento ti sto mettendo alla prova….. e sempre senza staccare lo sguardo da me mi fece partecipe del fatto che stava lasciando cadere a terra una posata che cadendo scivolò ( vai tu a pensare i casi della vita..) proprio sotto i miei piedi. In quel frangente a mia cognata uscì un sorrisino malizioso e cattivo allo stesso tempo che voleva dire “abbassati e raccogli la posata altrimenti”….. e così feci. Mi chinai sotto il tavolo per afferrare la posata e facendolo abbassai anche la testa sotto il tavolo e mentre raccoglievo la posata e mi accingevo a rialzarmi alzai lo sguardo e di fronte mi apparvero due lunghe gambe avvolte in un nylon chiaro e quasi fosse scattato un automatismo le due gambe si allargarono proprio durante il passaggio ...
    ... dei miei occhi mostrandomi vergognosamente una voragine che conoscevo bene. Guarda caso, mia cognata non portava le mutandine sotto la gonna!
    
    Quando riemersi, lei vedendomi in volto sghignazzò sommessamente ma molto compiaciuta dell’avvenuta missione.
    
    Il secondo piatto non lo vidi nemmeno tanto ero immerso nei miei pensieri perversi e non mi accorsi nemmeno che la gente seduta a tavola diminuiva sempre di più disperdendosi (ora che erano a pancia piena) chi in letture, chi davanti alla TV chi davanti alla P.S.. Il dolce arrivò e ci trovammo a tavola solo io e mia cognata che mi disse un po’ sottovoce:
    
    “Io vorrei mangiare un po’ di nutella a farti assaggiare un po’ della panna che c’è su questa torta.”
    
    Il mio sguardo interrogativo non la colpì più di tanto ed infatti si alzò da tavola, prese una tazza da latte e con due dita raccolse la panna che vi era sulla sua fetta di torta e la mise nella tazza fino a colmarla poi aprì una anta della dispensa e tirò fuori un barattolo di nutella e mi disse:
    
    “Andiamo schiavetto” facendomi cenno di seguirla fuori casa uscendo dal retro in modo che nessuno ci vedesse e si avviò verso l’autorimessa che distava alcune decine di metri dalla casa.
    
    Entrati richiuse velocemente il portone dietro di sè e bloccò l’ingresso con un catenaccio posto all’interno. Mi guardò dall’alto in basso (benchè io sia più alto, ma l’effetto dei tacchi alti sortiva i suoi vantaggi in certe occasioni) e mi disse sogghignando come una gatta che si ...
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