1. La mia ragazza (3)


    Data: 25/06/2019, Categorie: Etero Autore: Re Artù, Fonte: EroticiRacconti

    LA MIA RAGAZZA (3)
    
    Tacendo quello che avevo scoperto sui costumi sessuali della famiglia, con mia sorella stabilii il piano per approcciare Katia e cercare di scioglierla ancora un poco. Antonella finse un mal di schiena e le chiese di farle un massaggio con un antidolorifico in pomata. Chiuso nella mia stanza, di fronte ai monitor, non mi perdevo nulla di quello che stava avvenendo nella camera di mia sorella: lei era stesa sul letto a pancia in giù, lamentandosi del dolore (che attrice!!); Katia era di fianco al letto, con fare titubante, alzò la minuscola camicia da notte di Antonella e la scoprì fino alle spalle, mettendo in vista un culo molto ben fatto, e cominciò a spalmarle la pomata lungo la sua schiena. Terminato il massaggio Katia si ripulì le mani e si apprestava ad uscire dalla stanza, quando Antonella la prese per un polso e guidò la mano della ragazza sul suo culo , intanto con uno sguardo che era tutto un programma ed una voce sensuale le chiese:”Massaggiami un poco anche lì, cara”. Un poco riluttante Katia cominciò un lento movimento rotatorio, ma percepii che la situazione stava evolvendo nel modo che avevo sperato: infatti ad ogni rotazione la ragazza portava la mano sempre più vicino al profondo solco che divideva le due chiappe; alla fine accadde: Katia si sedette sul letto e prese a lavorare a due mani; intanto Antonella aveva inarcato le reni mettendo bene in vista sia il buchetto grinzoso che la figa ed emetteva sospiri:”Sculacciami, dai..”. ...
    ... Katia, questa volta, reagì immediatamente, dando un paio di colpi che ebbero l'effetto di arrossare subito le delicate chiappe di mia sorella. Io, intanto, indirizzai l'obiettivo di una delle cineprese fra le gambe della ragazza e notai sugli slip bianchi una macchia scura di bagnato, e naturalmente il mio cazzo si inalberò, lo afferrai e presi dolcemente a masturbarmi. Tutto stava andando per il meglio, quando sentii bussare alla porta, in fretta e furia mi ricomposi, spensi i monitor ed andai ad aprire: era mia madre, che mi guardava in modo interrogativo e sorpreso:” Perchè sei chiuso a chiave, che stai facendo e che cos'è tutto questo armamentario?” indicando tutti i monitor. “ Ma niente mamma, mi servono per l'università...”; capii che non l'avevo affatto convinta e mentre si guardava intorno i suoi occhi si posarono sulla mia patta, che non nascondeva il suo mio stato di eccitazione:”Si, l'università, e questa ti riduce in questo modo?” indicando il mio innegabile rigonfiamento sotto i pantaloni. “Non va bene, Marco, non devi fare da solo, e che c'è a fare la tua mamma?” Non capii subito, ma lei senza attendere un momento si inginocchiò davanti a me, mi aprì la patta e tirò fuori la mia virilità che svettava umida e turgida. Lo baciò in punta, cercai di ritrarmi:”Non fare lo stupido, ti ho fatto io, ed ora voglio vedere quanto è ben fatto!” Dalla mia posizione il mio sguardo si posò sui suoi seni che palpitavano per il suo respiro che si era fatto affannoso, mentre con la ...
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