1. Come l’acqua salmastra


    Data: 24/06/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    ... risate.
    
    Qualche minuto dopo ripartivano, carichi di benzina, verso la laguna.
    
    Marco abbracciò Viktorie, senza osare darle troppo fastidio. La loro imbarcazione non era minuscola, dotata di luci funzionanti e tutto il corredo per essere visibile, ma non c’era gara fuori dalla città, di Sabato sera, dove ogni due secondi venivano sorpassati da qualche motoscafista con più potenza nel motore che nel cervello.
    
    imprecò lei quando finirono quasi lavati dal moto ondoso provocato da un bolide con due motori spinti a tutta birra. Marco ancora non capiva come non si potessero prevenire tali imbecilli. Aveva capito persino lui dopo due giorni in città che le tratte più lunghe diventavano un circuito di gara.
    
    urlava Viktorie con un medio alzato inutilmente.
    
    Marco la abbracciò e la tirò a s&egrave per un bacio. Viktorie era così… Piccola, flessibile, calda, lo faceva impazzire, non sapeva come avrebbe continuato la loro storia, ma non gli importava, non in quel buio.
    
    VIKTORIE
    
    Lei lo sapeva bene come sarebbe finita. Non la loro storia, ma di sicuro quella serata. Quanto dovevano ancora trattenersi inutilmente? Lui la faceva morire, la punzecchiava, la tentava, ma si tirava indietro per chissà che paura o timore. E lei, lei si sorprendeva ad avere i brividi sulla pelle e le farfalle nella pancia quando riuscivano a stare appartati abbastanza a lungo. Non era ancora diventata, come si può dire, una donna, ma quella sera, il suo corpo glielo diceva, sarebbe successo. ...
    ... Aveva ponderato tutto, compreso un invito quasi all’ultimo momento. Aveva trovato le chiavi della patanea di suo zio, che non era in città, aveva nascosto con cura coperte su coperte, e deciso dove e quando.
    
    Le fremevano il cuore e le membra, mentre con dolcezza dirigeva il loro guscio di noce verso un’isoletta disabitata, parte del sistema di batterie, le isole fortificate difensive della città. Abbandonate, riprese dalla natura, abitate di nuovo, abbandonate al loro destino, meta di naturalisti, cannaioli e innamorati.
    
    Marco le sembrava preoccupato. “Sai orientarti?” rispose solo con un sorriso, mentre una mano scivolava sulla coscia del suo ragazzone, per piantarci le belle dita affusolate. Si trattenne dal saggiare quanto stesse intuiendo il ragazzo perché, nella debolssima luce dell’interno barca, si evinceva il suo sesso.
    
    La tratta, non brevissima in effetti, le sembrò infinita.
    
    “Ci vuole una vita!” sbottò lei, sulle labbra calde di lui. “Ma siamo assieme” rispose rassicurante.
    
    Certo, siamo assieme, e… “Voglio essere più assieme di così…” sussurrò lei, prima di baciarlo con tutta l’intenzione di svelare le sue carte. Lui recepì, non obbiettò, e si lasciò portare sulla costa dell’isolotto.
    
    Attraccarono ad un vecchio palo, vicino ad un muretto diroccato, e lui controllò bene i nodi mentre lei scivolava a prendere coperte e cuscini.
    
    “Malfidato!” lo rimproverò lei. “Dovrei legarti al palo e lasciarti qui, così vedremo chi sa fare bene i nodi!”. Lui non se ...
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