1. Le due taccheggiatrici – Capitolo 5 – Epilogo


    Data: 21/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: William_Kasanova, Fonte: RaccontiMilu

    ... reggiseno. Nemmeno lei si era lavata nulla oltre la faccia perché pure lei voleva godersi ancora il profumo della sborra che le avevano riversato addosso. – Lo sai che lo stronzo, dopo, mentre eri svenuta, si è fatto un pompino con la tua bocca?
    
    Francesca sorrise. – Te l’ho detto che non svengo veramente, e non mi pare abbia fatto nulla di diverso dagli altri. Anzi, mi piacerebbe sapere il numero di quello che mi ha usata come una bambola gonfiabile. Sentivo dentro un cazzo di dimensioni colossali… Non stava usando un manganello, giusto? – aggiunse sorridendo.
    
    Marianna sorrise di riflesso, pensando però che a Camilo non avrebbe certo chiesto il numero di telefono, sebbene un po’ fosse dispiaciuto non trovarselo nella passera. O almeno sperò che non le avesse fottuto anche quella, dopo bocca e culo.
    
    – Oh, finalmente le due ladruncole sono tornate tra noi. – commentò serio Borio, apparendo sulla porta.
    
    Le due ragazze sussultarono per lo spavento, non avendolo visto arrivare.
    
    Francesca si avvicinò alle sbarre. – Adesso siamo a posto, vero?
    
    – Sì, sì. – disse Borio, poco interessato. Se quando erano state portate nel suo ufficio era furioso, ora sembrava dovesse solo completare un paio di pratiche prima di potersene tornare a casa e rilassarsi dopo una giornata di lavoro faticoso e noioso. – Appena la tua amica troia finisce di mettersi quegli abiti da sfigata, potete andare. E, a proposito… – Fece un paio di passi verso la cella, afferrò una delle sbarre ...
    ... della porta e questa, al minimo sforzo, si aprì cigolando. – non eravate mica prigioniere, eh.
    
    Marianna finì di indossare le scarpe e seguì l’amica fuori dalla gabbia. Passando accanto a Borio ed al suo sguardo arcigno, non poté resistere alla rabbia che l’assalì: con una manata afferrò le palle dell’uomo e le strinse. – Sai, sei un gran bell’uomo, e mi piacevi, ma sei un gran pezzo di merda. – sibilò.
    
    Lui l’afferrò all’improvviso, e lei terrorizzata si aspettò che la colpisse con un pugno. Invece, un attimo dopo era addosso a lui, un braccio per trattenerla, una mano dietro alla nuca, le loro labbra che si univano. In pochi istanti la paura di Marianna scivolò via dal suo corpo, come le energie, mentre si godeva uno dei baci migliori della sua vita. Lo abbracciò a sua volta, improvvisamente desiderandolo. Non solo aveva un gran bel corpo, un signor cazzo e scopava davvero bene, ma era pure bravo a baciare. Chissà se pure il suo carattere era così di merda o se era solo una maschera che usava sul lavoro?
    
    Lei sentì di nuovo bagnarsi, e avrebbe voluto fare di nuovo l’amore con lui, ma questa volta per bene, niente orge o violenza, ma coccole e massaggi. Quando si staccarono, lei si sentiva avvampare, dispiaciuta che i loro corpi si fossero separati.
    
    – E tu – le rispose lui, con una voce calda e seducente che non aveva mia sentito pronunciare prima in tutto il pomeriggio, alzandole il mento con una mano verso il suo viso, – sei l’unica troia che sia mai stato felice di ...