1. Vedi come si impara l'inglese


    Data: 07/06/2019, Categorie: Etero Autore: Josef K., Fonte: EroticiRacconti

    ... di segarmi, gli dice che di lì a pochi mesi ci saremmo sposati, coronando una storia di anni. Lui tra l'interdetto e il divertito, ci chiede almeno di non sporcargli la macchina. Lei gli risponde di stare tranquillo perché nessuna goccia sarebbe andata sulla tappezzeria, e riaffonda la testa sulla mia cappella pronta all'esplosione. Riemergo un attimo dall'estasi erotico-alcolica e, mentre faccio uscire anche la seconda tetta fuori dalla maglia, dico al tassista che, se non si distrae troppo dalla guida, può anche lui rendersi partecipe di questo momento. Lo avremmo fatto passare come addio al nubilato. Lei mi rivolge uno sguardo che definire eccitato è poco prima di scoppiare a ridere. Ovviamente il tassista non se lo fa ripetere due volte e con la mano comincia ad accarezzare la mammella e a passare il capezzolo tra l'indice e il pollice, ma evidentemente quella doveva essere davvero la sua notte fortunata, in quanto H. si abbassa i jeans e si protrae in avanti come può per permettere al guidatore di poter toccarle la fica con più facilità. Non so come cazzo abbia fatto a portarci a casa senza piantarsi da qualche parte con la macchina. Lei inizia a gemere mentre due mani diverse si prendono cura della sua vulva liscia. Le sue labbra sporgenti fanno spazio alle dita di lui, a cui si aggiungono anche le mie mentre fanno la spola col clitoride. Lei manda gli occhi indietro dal piacere, si inarca e fa movimenti inconsulti; per riportarla su questo pianeta le infilo le due ...
    ... dita sporche dei suoi umori in bocca, lei ritorna in sé e succhiandole mi guarda lussuriosa e beffarda.
    
    Siamo praticamente arrivati sotto casa, lei si ricompone un minimo, ringraziamo il tassista e scendiamo.
    
    Saliamo i due piani in silenzio ma facendo comunque scricchiolare tutto quel cazzo di legno. Chiudo la porta le mi avvento su di lei, che già si sta togliendo i pantaloni. Ho un desiderio assurdo di scoparla, di assaggiarla. Ma soprattutto di schiaffeggiare quel suo culone così tronfio. Guardo per un attimo la cinta (solo pochi giorni prima avevo preso a cinghiate un'altra tipa, ma questa è un'altra storia), poi decido di cominciare in modo più soft.
    
    Lei nel frattempo in mutande, seduta sulla scrivania in comune con G. stava preparando due righe. Non vi ho detto che durante la cena abbiamo parlato di droga, e lei ne fa un uso piuttosto abituale, soprattutto di cocaina. Si era portata dietro giusto una dose, che mi ha detto avrebbe preso in bagno, ma in realtà ero stato io a introdurre l'argomento. A Londra ne gira una quantità impressionante e non mi sarebbe dispiaciuto farmi qualche serata un po' strafatto. Quando finisco di tirarla lei è già sul letto a gambe spalancate che mi mostra tutto quel ben di dio, iniziando a dire cose che non capisco più. Stacco la spina del traduttore, le pianto il pacco in faccia e con una mano la forzo a guardarmi dal basso. La infilo senza troppi indugi e iniziamo e fare un casino assurdo tra letto, pareti di carta e parquet. La ...