1. Vedi come si impara l'inglese


    Data: 07/06/2019, Categorie: Etero Autore: Josef K., Fonte: EroticiRacconti

    ... italians-do-it-better.
    
    A na certa la fame si fa sentire, così optiamo per un ristorante libanese lì vicino. Lei è rilassata, dolce, spigliata; nel dialogo si avvicina sovente, cerca un contatto senza essere sfacciata o invadente. Capisco che posso avventurarmi in qualche domanda più personale. Mi dice che ha scaricato Tinder da poco - lo dico anche io, mentendo sul fatto che in Italia lo usavo già da un po', ma comunque considero una menzogna anche la sua - che ha incontrato un solo ragazzo, ma che si è rivelata un'esperienza non positiva. Invece con me è tutta un'altra storia, sarà per la mia italianità, sarà per l'alcol (che nel frattempo, ho omesso di dirlo, inizia ad assumere un ruolo piuttosto rilevante nel contesto). Ridiamo entrambi. Le confesso, facendo la parte del cucciolotto da accudire, che non ho mai avuto esperienze con una donna più grande - anche qui mento - ma che mi sarebbe molto piaciuto. La butto là così, un po' in modo avventato un po' in modo paraculo, a cazzo diciamo, perché se dicessi una cosa del genere completamente sobrio mi sentirei un demente. Lei cambia espressione, o per lo meno così la percepì quella parte del cervello preposta a captare ogni minimo segnale di aggancio, e mentre prende con le dita l'ultimo pezzo di pita con le mani, mi sibila una frase mettendo in rilievo un aggettivo, tradotto al volo con Google Translate, che da lì in poi aggiunsi al mio dizionario: "greedy". Avido, goloso, ingordo. La frase suonava più o meno così: "Ci ...
    ... sono due cose di cui sono ingorda. Una è il cibo e l'altra è il sesso". Il mio cazzo, già comunque vigile per i vari input autonomamente percepiti nel corso della serata, si drizza senza troppi preamboli. Da lì è tutto un vortice: usciamo per una sigaretta - la bacio - mi abbraccia - indirizzo subito le mani per farle capire le mie intenzioni bellicose - paghiamo - decidiamo per un'ultima bevuta in un altro locale - per strada mi mette una mano sul culo leccandomi l'orecchio - beviamo non so cosa - il cameriere suona la campanella annunciando la partenza dell'ultimo metrò e di conseguenza la chiusura del locale (un'immagine di altri tempi visto che abbiamo chiamato un Uber con l'app) - ci dirigiamo fuori dove ci attende già il nostro taxi in direzione casa mia (la rassicuro dicendole che ho la stanza libera in quanto la mia coinquilina è in vacanza). Qui la scansione degli eventi riprende normale, perché in quei 20 minuti di macchina succede di tutto. Il tassista, un omone di colore nel più classico dei cliché, attacca bottone chiedendo come avevamo trascorso la serata. Credo che dovessi rispondere io a quella domanda, in quanto la sua bocca era già occupata a farmi un pompino, ma rimango in silenzio un po' per il timore di dire sfondoni in inglese un po' per la situazione assurda. Allora ci pensa il tassista che, osservando la scena dallo specchietto retrovisore, sghignazza qualcosa del tipo "sicuramente so come proseguirà". Lei allora si stacca dal mio cazzo e, senza smettere ...