1. Sverginità: "barbara"


    Data: 23/09/2017, Categorie: Etero Autore: renart, Fonte: Annunci69

    Da quella prima volta a casa sua, rivedo Sonia con regolarità. È lei a dettare tempi e modalità di incontro e, poi, situazioni ogni volta diverse in cui accoppiarsi con quanta foga e animalità i nostri corpi riescano a sprigionare. Io eseguo, da buon adepto, riconoscente per l’estasi che le sue carni riescono a darmi. Ma sono i periodi di inattività sessuale che mi devastano. Sono sempre arrapato e Sonia di media mi reclama 3-4 volte a settimana, quindi i rimanenti giorni li trascorro a scorticarmi l’uccello sul letto, ripensando ai nostri incontri, immaginando i successivi e consumando avidamente pornografia sul web, come è il caso di questa tarda mattinata di inizio luglio in cui, seduto alla scrivania, sfatto per il caldo, scelgo il video di una bionda ossigenata con un gran paio di tette appena cascanti, un culo da puledra da monta e una fessa così pelosa da poterci fare una sciarpa. Il suo manzo è un ragazzo tra i 25 e i 30, di una quindicina d’anni più giovane, una calvizie precoce e incipiente e l’aria allampanata su un corpo segaligno, così emaciato che la camicia gli sta addosso come su una cruccia e senza, come appurerò a breve, gli si vedono le costole come in una radiografia, ma con un bigolo fra le cosce da porto d’armi. La trama è semplice, scontata come richiesto in un porno, come del resto il titolo del cortometraggio: Colloquio di lavoro. Nella prima scena la donna è seduta alla scrivania, occhialini da manager rampante sul naso in perfetto pendant col ...
    ... viola della giacca, aperta su un top bianco col collo arricciato dalle cui trasparenze una panoramica appropriata rivela la pienezza florida di un paio di bocce che rimandano immediatamente, per associazione di immagini, all’idea di un ricovero lussurioso per uccelli in calore, dei quali un degno rappresentante non tarda a bussare alla porta. Avanti, risponde la donna, a malapena alzando lo sguardo da una cartellina azzurra, Prego, chiuda la porta e si accomodi, aggiunge poi, quando la sagoma del ragazzo ha fatto capolino nello studio. Dunque, prosegue la direttrice del personale, lei è il signor La Mazza, e lo squadra da sopra le lenti con uno sbatter di ciglia da leopardona che subito me lo intosta. Mi accendo una sigaretta e mi calo le brache alle caviglie – una zaffata di sperma secco mista all’esalazione ormonale mi aggredisce le narici e m’infoia ancor di più, una foia animale, di bestia selvatica arrapata - mentre la milfona interroga l’esaminando sulle sue esperienze lavorative più recenti. Il tizio, nei fatti addirittura più svagato di quello che già l’espressione abbondantemente suggerisce, sembra non avere grande familiarità col lavoro e non ha nemmeno idea della finalità cui mira il colloquio che sta sostenendo, come se avesse sbagliato posto, cosa che non sfugge alla scafata esaminatrice che, davanti alla scena imbarazzante dell’asino in mezzo ai suoni, come si dice, decide di alzarsi e mostrarsi in tutta la sua silhouette, fasciata nella gonna che completa il ...
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