1. La versione di gaia - l'inizio


    Data: 19/05/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: DottFrancesco, Fonte: Annunci69

    ... come medico era abituato a vedere donne nude, immaginai di avere un potere di seduzione enorme e, accompagnata da questa convinzione uscii da dietro il paravento e mi mostrai a lui indossando solo calzini e mutandine.
    
    Il dott. Rossi alzò gli occhi verso di me e probabilmente lesse nel mio sguardo quella convinzione che fossi io a condurre gli eventi; quindi, ritornando a guardare il foglio che stava leggendo, disse “Deve togliere anche calze e mutandine, per visitarla deve essere completamente nuda”.
    
    Le parole “completamente nuda” mi provocarono un sussulto: mi ero illusa di essere io a gestire la situazione ma in realtà, compresi che era lui ad avere potere su di me.
    
    Tornai dietro il paravento e, mentre sfilavo prima un calzino poi l’altro, sorrisi al pensiero di pochi attimi prima quando mi ero inutilmente preoccupata della trasparenza di quelle mutandine che ora toglievo con un’eccitazione crescente.
    
    Uscii nuovamente da dietro il paravento e mi mostrai a lui, questa volta senza nulla indosso.
    
    Mi venne immediatamente incontro e senza dire nulla mi guidò davanti una lampada che accese e mi puntò addosso; poi aiutandosi con una grande lente incominciò ad esaminare la mia pelle centimetro per centimetro.
    
    Eravamo vicinissimi; potevo sentirne il profumo e il respiro.
    
    Come lui poteva vedere ogni mio dettaglio, anche io potevo fare altrettanto: notai la leggera crescita della barba che probabilmente aveva fatto la mattina e mi domandai se quella ruvidezza ...
    ... mi avrebbe infastidito durante un bacio o, ancor di più, se avessimo fatto sesso orale.
    
    Mi ricordai in quel momento di essere completamente nuda e che ogni reazione del mio corpo era visibile e non nascondibile: dovevo assolutamente distrarmi per allontanare quell’immagine e ridurre l’eccitazione.
    
    Ebbi l’impressione di esserci riuscita quando sentii la sua mano seguire i contorni del mio piccolo seno destro e poi del sinistro; quindi con un polpastrello disegnò un circolo intorno ad capezzolo per poi, dopo averlo stretto fra pollice e indice, stringerlo e tirarlo leggermente.
    
    Ripetè la stessa operazione anche sull’altro: entrambi i capezzoli ora erano duri e diritti.
    
    “Non mi sembra che le macchie siano arrivate fin qui” disse “e sicuramente non ci sono variazioni dello stato della cute; non vedo inspessimento della pelle delle areole e i capezzoli hanno una notevole reattività”.
    
    “Alzi le braccia così controllo le ascelle”: eseguii sentendomi in quella posizione, se possibile, ancora più nuda, esposta e vulnerabile.
    
    Scese a controllare la pancia e i fianchi, poi dopo essersi seduto su uno sgabello posizionò la lampada sul mio pube e ricominciò ad esaminarmi.
    
    Guardava con attenzione mentre, con la mano, sembrava giocare con la piccola striscia di peli: aveva sicuramente visto che ero bagnata e d’altra parte non avevo alcun modo di impedire che ciò accadesse.
    
    Decisi quindi di non pormi il problema e di vivere quella situazione che, non sapevo più quanto ...
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