1. Sonia: chi perde, paga!


    Data: 16/05/2019, Categorie: Autoerotismo Dominazione / BDSM Etero Autore: Ale_Manosvelta, Fonte: RaccontiMilu

    Mi chiamo Sonia e voglio raccontare quanto mi &egrave accaduto qualche mese fa. Ho 23 anni, sono mora con i capelli corti a caschetto, la pelle chiarissima che contrasta molto con il colore dei capelli e degli occhi. Sono abbastanza magra, alta 1.70 scarso, ho un seno naturale notevole per la mia taglia (quarta misura) e un sedere che non passa inosservato. Lavoro come commessa in un punto vendita di una grande catena di profumerie. Tutto iniziò con una stupida scommessa che accettai di fare con due colleghe. Chi avrebbe perso, avrebbe dovuto passare almeno mezz’ora all’interno di un cinema a luci rossa, vestita in modo molto sexy. Purtroppo non sono mai stata troppo fortunata e la perdente sono stata io. Il giorno prescelto per la penitenza, mi presentai all’ingresso del cinema con le due colleghe molto più divertite di me per ciò che sarebbe dovuto accadere di lì a poco. Avrebbero aspettato fuori per sincerarsi della mia correttezza nell’adempimento dell’impegno preso. Era primavera inoltrata ed ero vestita con un top, senza reggiseno, che scopriva appena la pancia piatta, una minigonna di jeans molto corta senza calze e un paio di scarpe con tacco non eccessivo. L’abbigliamento fu giudicato adatto dalle vincitrici. Ero convinta che, nonostante il look, passare una mezz’ora in quel luogo, non sarebbe stato di certo un problema; avevo torto. Entrai nel locale poco dopo l’inizio del primo spettacolo, pensando che questo stratagemma mi sarebbe stato utile per non farmi notare ...
    ... dagli altri spettatoti. Feci il biglietto ma subito, nella sala di ingresso, mi avvicinò un uomo. Era decisamente molto maturo, per non dire anziano, sicuramente sopra i 60 anni, con pochi capelli bianchi intorno alla grossa pelata, di corporatura normale, curato nell’aspetto e nel vestiario. “Che ci fai qui ?” mi chiese senza preamboli, “Sei una prostituta ?”, rimasi un attimo sorpresa dai suoi modi diretti e dalla domanda. “No. Certo che no. Ho solo perso una stupida scommessa e ora la devo pagare”. Mi guardò in modo severo, scosse leggermente la testa e mi chiese: “Hai idea di dove sei entrata ?” “Certo” risposi io ostentando sicurezza. “Questo non &egrave il club delle giovani cuoche e vestita così non sarà facile per te, non diventare il giocattolo sessuale di diversi spettatori”, fece una piccola pausa e continuò: “a meno che non sia proprio quello che cerchi”. Mi fissava dritto negli occhi, con uno sguardo deciso e severo. Arrossii leggermente cercando di nascondere la mia preoccupazione.”Certo che no” risposi io, quasi offesa. “Questo era un teatro”, continuò senza smettere di fissarmi, “e oltre alla platea e alla galleria, ci sono dei palchetti. Alcuni hanno ancora le porte funzionati e si possono chiudere dall’interno. Vieni!”. Mi prese per un polso e mi guidò all’interno della struttura. Arrivammo davanti ad una porta, entrammo. Mi ritrovai in un palchetto con quattro poltroncine mobili, l’uomo armeggiò alla serratura e chiuse a chiave la porta. Lo sconosciuto si ...
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