1. Invisibile ai suoi occhi


    Data: 11/05/2019, Categorie: Etero Autore: Bettina Saw Morgan, Fonte: EroticiRacconti

    Ormai erano parecchi mesi che lavoravo per lui come assistente personale.
    
    Per la precisione otto lunghi mesi. Molti potranno chiedersi “e dov'è il problema?” beh, per molti potrebbe non essere un problema ma per me lo è! Sono invisibile agli occhi del mio capo, non si accorge delle camicette lasciate appositamente con diversi bottoni slacciati in modo da lasciare in bella vista reggiseno e solco fra i seni, gonne troppo corte per lavorare in ufficio, tacchi vertiginosi per attirare la sua attenzione. Ma niente di tutto ciò sembrava funzionare.
    
    Continuavo ad essere invisibile.
    
    I miei lunghi capelli biondi, gli occhi azzurri, labbra per essere scopate come dicevano tutti i miei ex, le gambe lunghe, le natiche sode e.. avrei aggiunto anche le tette, ma ahimè avevo solo una seconda abbondante, ma non abbastanza per riempire una terza.
    
    Quel giorno però, il peso di tutto ciò, si faceva sentire maledettamente. Vuoi che era sabato sera e io ero chiusa con lui nell'edificio dove c'era la sede della sua impresa, vuoi che con l'avvicinarsi del ciclo ero super arrapata e bisognosa di essere scopata. Eppure continuavo ad essere invisibile.
    
    Così decisi di fargli una sorpresa visto che era uscito per fumarsi una sigaretta e sgranchirsi le gambe dopo le lunghe ore di trattative con qualche azienda asiatica.. non ne ero certa. Ero troppo concentrata su di lui e molto poco sul lavoro che stava svolgendo.
    
    Per prima cosa andai in bagno a ripassarmi il trucco, al quale ...
    ... aggiunsi il rossetto rosso, una passata di mascara, un po' di profumo e poi mi liberai degli occhiali riponendoli nella loro custodia. Non avevo problemi di vista, semplicemente dovendo passare tanto tempo attaccata ad uno schermo, i miei occhi finivano con il chiedere pietà.
    
    Finita questa prima parte tornai nel suo ufficio. Avevo ancora una manciata di minuti prima del suo ritorno, maniaco del controllo qual'era – compreso del tempo – le sue pause duravano sempre sempre lo stesso tempo. Non sgarravano nemmeno di mezzo minuto. Mai.
    
    Mi liberai della camicetta che gettai sulla sedia, subito seguita dalla gonna e poi.. mi bloccai con le dita sul perizoma di pizzo nero che indossavo.
    
    Avevo una dannata voglia che me lo strappasse di dosso, che mi lasciasse i segni delle sue dita sulla mia pelle candida mentre si spingeva in me come un animale.
    
    «Amy che stai facendo?»
    
    Mi bloccai di colpo e sollevai il viso, andando così ad incontrare il suo sguardo.
    
    Mi aveva finalmente notato dopo otto mesi, eppure nel suo sguardo non c'era nulla. Continuavo a non essere quello che lui voleva e io mi ero appena.. no, il fondo dovevo ancora toccarlo.
    
    «Per te, ti voglio. Voglio che mi scopi. Sono otto mesi che aspetto. Sto impazzendo e non resisto più.»
    
    Quel tono lamentoso non poteva essere mio, ma c'era anche da dire che mi stava venendo da piangere. Non mi ero mai umiliata tanto e di certo le mutandine con quella chiazza di bagnato non rendevano le cose proprio semplici.
    
    «Per ...
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