1. Il loro primo incontro


    Data: 20/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: ale8312, Fonte: RaccontiMilu

    ... rispondere, ma che in quel momento erano domande inutili. Adorava essere in quel posto.
    
    Ancora tremante e gemente lui la prese e le disse ‘andiamo, hai bisogno di una doccia’. Un inaspettato gesto di gentilezza. Niente affatto, fu fatta entrare in doccia, e lui aprì l’acqua fredda tenendo la doccia in mano ed indirizzando il getto. Le mollette ai capezzoli saltarono via provocando dolore. Il getto gelido non trascurò nessuna parte del suo corpo. Se prima tremava dal dolore, ora tremava per il freddo. I tremolii per l’eccitazione invece non se ne andarono mai. D’un tratto l’acqua si vede tiepida. Fu fatta mettere in posizione in cui sembrava seduta su una sedia che non c’era, con le mani dietro la schiena. Il getto si andò a concentrare sul suo sesso. Ben presto l’eccitazione salì, era bellissimo, stava godendo come non mai. Avrebbe voluto toccarsi anche con le mani per fare arrivare ancora prima e ancora più forte l’orgasmo. Orgasmo che non arrivò, il getto si spense e poi arrivò sibillino il suo padrone ‘non vorrai mica venire? Sono io che decido se e quando potrai venire. Ora esci dalla doccia che con te non ho ancora finito, troia’
    
    La riportò in salotto, la mise vicino al divano, sempre a quattro zampe, si sedette sul divano e la usò come poggia piedi. Lei non aveva il coraggio di muoversi, sapeva che sarebbe stata punita, non sapeva come, ma lo sarebbe stata di sicuro. Dopo un tempo interminabile fu sollevata dal reggere il peso dei piedi del suo padrone, fu ...
    ... tirata a lui che le strinse il seno con delle corde. Ai capezzoli tornarono le mollette e con loro il dolore. Le mani furono legate dietro la schiena. Lui la fece mettere in ginocchio, ma con le gambe aperte e lasciata lì, esposta. Lei si sentiva impotente, privata della sua dignità, ma con gli umori dovuti all’eccitazione che colavano lungo le cosce. Dopo un po’ quella posizione cominciava ad essere scomoda, le facevano male le gincchia, sapeva che non doveva muoversi, ma senza che nemmeno se ne accorgesse cambiò posizione e lui era lì ad osservarla. A quel movimento lui rispose alzandosi e prendendo il frustino. Gli occhi di lei sgranarono. Era terrorizzata.
    
    La fece alzare, sempre con le gambe divaricate.
    
    ‘A me non sembra di averti detto di poterti muovere troia’
    
    ‘Ti sbagli, non mi sono mossa’
    
    Avrebbe voluto rimangiarsi quelle parole nel momento esatto in cui le aveva pronunciate, ma ormai era troppo tardi.
    
    ‘Non ti ho dato il permesso di parlare, sarai punita. &egrave inconcepibile come una merda come te abbia osato rivolgersi a me con quel tono, sarai punita. Mi hai contraddetto, sarai punita.’
    
    Nel pronunciare quelle parole, alzò il frustino e iniziò a colpirla sulle tette ormai di un colorito violaceo per via delle corde. Lei iniziò ben presto a singhiozzare. Il dolore cresceva ad ogni colpo. Voleva chiedere scusa, ma le mancava il fiato, non ce la faceva.
    
    Lui si fermò, lei riprese fiato, pensava che la tortura fosse finita, ma ovviamente si sbagliava ...