1. Fatalità preponderante


    Data: 17/04/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Quell’individuo dev’essere stato in un’altra vita di certo un giocoliere, dato che mi ha scrollato svegliandomi talmente in fretta, poiché io non ho avuto nemmeno il tempo di finire il sogno. Non che fosse considerevole né importante, però non c’&egrave bisogno per niente d’un sogno per sapere che uno t’espugna imprigionandoti l’intelletto in quanto s’innalza la chioma. Ebbene sì, in effetti, era una bell’apparizione, per il fatto che io stavo parlando in segreto con un giovane dal cazzo lungo come piace a me:
    
    ‘La prossima volta però non svegliarmi’ – esordisco io frattanto che sbadiglio.
    
    ‘Dov’&egrave il mio tesoro?’.
    
    Io mi guardo attorno però non vedo nessuno nella stanza, in quel momento siamo soltanto noi due che amiamo ascoltare il jazz-rock-fusion già nell’aria vibrante del primo mattino:
    
    ‘In questo luogo c’&egrave un dilemma. Questo si può definire un arresto per congregazione nel violare la legge’.
    
    In quel preciso istante m’echeggia d’improvviso un orecchio, tenuto conto che al momento lui sta attentamente bramando la mia rinuncia, la caduta conclusiva:
    
    ‘Dai, suvvia, non fare lo scimunito. Qual &egrave precisamente il misfatto?’.
    
    Io agito lo sguardo palesemente sbigottita dall’eccentricità e dalla stravaganza della sua inattesa esaltazione:
    
    ‘Lo sapete bene, pure tu e quell’altra, perché io infilzerò i vostri due prospetti con un lapis acuminato sullo scrittoio dell’ufficiale giudicante, scrupolosamente quest’oggi’.
    
    Flessuoso e spigliato come ...
    ... un’antilope io mi sollevo dal letto e con la voce vispa da soldato della salvezza esordisco:
    
    ‘E allora, nessun dramma. Andremo di certo sulle prime pagine dei giornali, non trovi?’.
    
    Io lo guardo nudo come un verme, l’essenza e la sintesi cacciata dal paradiso terrestre, perché mi resta alquanto difficile immaginarlo con la giacca e con la cravatta o ancora migliore in toga, che cospira tramando doppie e subdole punizioni per noi due povere serve della gleba. Sì, perché lui il condottiero se ne sta diritto alla finestra con le spalle tese con quell’atteggiamento e con quella movenza da militare. I peli del pube composti, le unghie ben limate, i muscoli sfregati con un sapone profumato, il prepuzio accuratamente passato in rassegna con la pelle dello scroto sistemata a regola d’arte. Questo &egrave il suo criterio fisico, che probabilmente annuncia e che anticipa rispetto alla commissione che lo attende.
    
    L’altra che lui nomina, invece &egrave bianchissima come un giglio: &egrave una madonnina con gli occhi azzurri e il focolare incorporato in grembo, una santa. La vera carogna sono io senz’amanti né padroni, un mulo cocciuto e granitico, che fissando la lancetta del tempo capisce che nel minuto appena trascorso ha dissipato sperperando al vento centinaia di migliaia di spermatozoi circolanti nei testicoli. Lui standosene lì impettito e rigido nella sua valutazione ragiona, allora io a quel punto lo incito:
    
    ‘Non temere, perché avrai senz’altro successo con questi due ...
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