1. Le mie calde allieve - capitolo 3


    Data: 09/04/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Giangi57, Fonte: Annunci69

    ... lasciarle definitivamente la mano sulla coscia. Lei, immobile sul sedile, sorrideva tranquilla. I suoi occhi dorati mi lanciarono uno sguardo obliquo. La sua mano si posò sulla mia: calda e sudata. Avevo fretta di allontanarmi da quel quartiere. Durante i cinquecento metri che ci separavano dalla casa dei genitori, lei mi accarezzò silenziosamente 1'avambraccio. L'oscurità calante ci proteggeva e dietro i finestrini dai vetri affumicati eravamo più o meno invisibili, Cambiavo marcia con la sinistra. La cosa diverti Mariella che rinforzò la sua carezza. Risalii con la destra di qualche centimetro sulla sua gamba e lei allargò un poco le cosce. Mi sentivo la febbre addosso. All'improvviso provai un desiderio brutale, folle. Invece a lei la cosa doveva sembrare molto più naturale perché restò totalmente rilassata. Giunse addirittura al punto di prendermi la mano per posarsela più in alto, contro la patta abbottonata dei jeans. Cominciai a palpeggiarla li.
    
    «Ci siamo!». Rallentai d'istinto.
    
    « Io... Io... dove ti lascio?». « Prosegui. Va' un po' più avanti». Nel passare davanti a casa sua Mariella lanciò un'occhiata alle finestre. Mi fermai, una cinquantina di metri più avanti, accosto a un muro che delimitava dei terreni fangosi. L'oscurità era totale, la strada deserta. Mi girai verso la mia passeggera e l'afferrai appiccicarono contro le mie. Non feci fatica a scovare la sua lingua agile. L'avevo in pugno quella puttanella! Ero eccitato come un asino.
    
    Dopo un lungo e ...
    ... avido bacio inframmezzato da sospiri e da gemiti lei si staccò da me.
    
    « Devo andare a casa...». per la nuca. Le sue labbra, molli e calde, si aprivano alla mia lingua
    
    « Aspetta! Aspetta! Solo due minuti. Ho una cosa da mostrarti!».
    
    Agii senza riflettere, spinto da un istinto animalesco. Volevo mostrarle l'uccello, volevo vedesse com'era fatto un vero, grosso... Lo estrassi dai pantaloni con una certa difficoltà. Era rigido come un
    
    bastone. Dal glande scapellato mi sali alle narici un vago odore di pesce. Mariella però doveva essere abituata a quel profumo perché si limitò a fare una risatina viziosa.
    
    Su, gattina mia, fagli un po' di carezze!». Le spinsi la bella testolina affinché si abbassasse sul mio biberon per bambine svezzate. Lei non fece una piega. Perdiana! La sua reputazione non era
    
    certo immeritata! Mi posò una mano delicata sulla fragola. Il suo respiro mi titillò la pelle.
    
    Poi le sue labbra presero a viaggiarmi attorno al glande e, infine, lei si decise a cacciarselo in bocca, ma anche questo lo fece con una delicatezza sorprendente. Mi aspirò la verga quasi fino alla radice. lo mi cacciavo vertiginosamente dentro la sua bocca, tra le sue labbra, assaporando il velluto della sua lingua e del suo palato e poi il calore della sua gola, ero in paradiso! Lei mi ciucciò per un breve attimo, agitandosi sempre di più avanti e indietro, succhiando, aspirando, leccando ed emettendo piccoli grugniti.
    
    «Ti piace, eh, puttanella mia! E più grosso di ...