1. L'incontro di due persone sbagliate -Tre anni prima


    Data: 03/04/2019, Categorie: Incesti Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    ... feeling. Eravamo complici e stavamo ridendo insieme con la nonna. La sentivo eccitata.
    
    Lo feci senza pensarci e strinsi subito i denti in attesa della sua reazione. Nulla! Respirai e mi si alleggerì la testa. Sicuro che nessuno potesse vederci, l'ho palpata di nuovo, più pesantemente: gli carezzai piano tutto il suo culetto perfetto, sodo sotto il tessuto leggero. Mi lanciò uno sguardo preoccupato, ma continuò a rispondere alla nonnina, irrigidendo le chiappe e socchiudendo gli occhi quando spinsi le dita contro l'ano.
    
    Lei. Non capivo più un cazzo: la nonna mi parlava in dialetto e lo zio mi palpava il culo. Dovevo andarmene subito! Salutai la nonna chinandomi per un bacio, ma lei mi strinse al collo, bloccandomi piegata in due, per sussurrarmi all'orecchio un'infinita serie di raccomandazioni: sei bella, devi fare la brava, non rovinarti, troverai un bravo marito... quasi piangevo. Lo zio ora mi stava infilando un dito in figa. La nonna mi baciava la guancia.
    
    Appena libera, dopo un'eternità, fuggii via. Mi seguiva. Camminavo e mi sentivo bagnata. Girato l'angolo mi fermai. Arrivò e mi baciò al collo, stringendomi i seni da dietro. Il primo istinto fu d'abbassare la testa e scappare in avanti, ma mi spinsi indietro, cercando il contatto col suo corpo.
    
    Fece una cosa che mi mandò in tilt; m'abbrancò all'inguine con entrambe le mani, una davanti ed una dietro, e mi sollevò da terra sbilanciandomi in avanti. M'appoggiai con una mano al muro di pietra e, torcendo il ...
    ... busto, gli passai una mano al collo. Non potei trattenere un gemito che lo spaventò da morire.
    
    Lui. La mollai all'istante. Mi resi conto della cazzata galattica. La odiavo. Quella m'avrebbe rovinato. Era lì, a venti centimetri da me, sudata e bellissima: le tremavano le sue belle labbra da pompinara. 'Vado in camera', disse.
    
    La guardai allontanarsi. Accesi una sigaretta. Il cervello lavorava impazzito: non potevo, qualcuno se ne sarebbe accorto, non se fossi passato dall'altra scala, però... la sua camera era isolata, mia moglie e mia sorella erano in paese con mio cognato... io avrei dovuto essere dal commercialista, c'erano solo i nonni e difficilmente i ragazzi sarebbero tornati prima delle sei.
    
    Lei. C'era un messaggio di Daniele. Non risposi; mi pareva un ragazzino.
    
    Ero in paranoia: nessuno m'aveva mai palpata così, mi sembrava di essere stata sbranata. Non volevo che salisse. Volevo che almeno lui avesse un po' di buon senso. Scalciai via gli shorts. Mi toccai.
    
    Lui. Salutai i nonni; dissi che volevo fare un giro in bici. Con 'sto caldo?!, nascosi la bici dietro un cespuglio e rientrai dalla porta posteriore. Nessuno, via libera. Capivo solo che avevo due ore per scoparmi la puttanella. Non me ne fregava un cazzo di quello che avrebbe potuto succedere.
    
    La porta non era chiusa a chiave. S'alzò dal letto appena mi vide entrare. Era in top e mutandine bianche.
    
    Lei. Si portò il dito davanti alla bocca: dovevamo fare in silenzio. Quel gesto m'eccitò da ...