1. L'incontro di due persone sbagliate -Tre anni prima


    Data: 03/04/2019, Categorie: Incesti Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    Ripropongo un racconto che ho già pubblicato con un altro nick
    
    Lui. Cazzo che figa s'è fatta! Tre anni che non vedevamo Erica, quella ragazzina pelle e ossa, e m'arriva 'sto pezzo di figa. Mi bruciava la nuca mentre ci salutava con bacetti e moine, per nulla imbarazzata dai nostri sguardi. Rimasi rigido come un sasso mentre baciava me. Io sì che ero imbarazzato e per un istante mi pentii anche di non essermi fatto la barba: sentii poco o nulla dal contatto con la sua guancia. E mi pareva d'avere addosso gli sguardi di tutti mentre mi parlava; riuscii solo a dire qualche cazzata sul liceo, che nessuno notò e che si perse nel casino dei saluti. Poco male: stavo zitto e la osservavo muoversi fra zii e cugini. Ogni suo movimento, gesto e sorriso erano studiati: stava recitando la parte della superfiga che finge di non sapere che il mondo le gira attorno. Impossibile staccare gli occhi dai suoi calzoncini tesi e dal top che s'arrampicava sulle tettine chiodate. Mia moglie mi disse tutto con uno sguardo; le risposi, sempre con gli occhi, se era questo il modo di presentarsi agli zii, vestita da puttana.
    
    Lei. Che palle! Mia madre non capisce un cazzo! Perché sarei dovuta andare al matrimonio di mia cugina? Manco siamo amiche su Fb! No, no, invece ci sono dovuta andare anch'io, nella fattoria della zia, in Puglia, una settimana intera, a fare la carina con cugini e cugine che chi cazzo sapeva come si chiamavano! Nemmeno Daniele mi sono potuta portare dietro: non sta bene, non ...
    ... potete dormire nella stessa stanza dalla zia Teresa, ci sono i nonni. Che palle!
    
    Che ridere però! Erano simpatici... le cugine un po' invidiosette però, ma chi s'è fregava di loro. M'ha fatto morire lo zio, il marito di zia Teresa, la sorella di mia madre; non m'aveva mai cagata e adesso me l'ho trovavo sempre attorno. Quando non sentiva nessuno mi ha fatto anche un mezzo complimento e, la prima sera, con la scusa del fumo, mi ha portata fuori e acceso una sigaretta. Tre chiacchiere, sulla fattoria, su scuola vacanze e fidanzato e fummo subito interrotti dall'arrivo di una folla di parenti. L'avevo sempre detestato, ma ora mi piaceva: un vero uomo, non come Daniele. Col torace ampio e la voce grave, gentile ed intelligente. E, uh uh, s'era fatto la barba per cena.
    
    Lui. Ha fatto una cosa che m'ha rimestato il sangue. Abbiamo fumato insieme, in piedi contro il muro ed è stata simpatica. Non è scema. Ovviamente non ha rinunciato alle sue pose: carezzarsi i capelli dietro la nuca, soffiar fuori il fumo con forza, grattarsi la caviglia... ma lei è così davvero. E quando sono usciti tutti, lei, senza nascondermi il fastidio, è rientrata in casa. Ma passandomi davanti m'ha appoggiato una mano sul petto, come per salutarmi.
    
    Lei. Sono scema. Giuro!, ho sentito una scossa, carezzandogli i peli del torace.
    
    Lui. Ormai pensavo solo a lei e a come non farmi accorgere dagli altri. Una cosa assurda che mi faceva paura. Mi sentivo un minchione: a quarantanni perdere la testa per ...
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