1. L'incontro di due persone sbagliate -Tre anni prima


    Data: 03/04/2019, Categorie: Incesti Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    ... una diciottenne non era da me. E poi per mia nipote! Eppure ero certo che anche lei... non so, mi guardava sempre negli occhi, magari anche da lontano, dall'altra parte della stanza, da sopra tutti i parenti seduti. Me la trovavo spesso di fianco, a sfiorarmi con la mano o col corpo. Era sempre vestita (o svestita) da puttanella e, ne sono certo, si metteva in posa per mostrami le prospettive migliori. Stavamo flirtando.
    
    Lei. Ero scema? Sicuramente, ma mi piaceva tutto di lui. Non ero mai stata con uno più grande (solo con uno di 31 anni), e passavo le ore ad immaginarmi come doveva essere con lui e come lo faceva con la zia, che è ancora una bella donna (ha sette anni meno di mia madre). Mi eccitava da morire fantasticare su una storia proibita; sarebbe stata una cosa scandalosa, la rovina delle famiglie. Ma che cazzo? Stavo solo giocando. Mai e poi mai! Ma senza 'sto gioco mi sarei tagliata le vene dopo soli due giorni con le cugine.
    
    Lui. Avevano deciso un giorno al mare e toccò a me portarli in giro in barca, sul gozzo di famiglia carico all'inverosimile. Ci feci salire tutti i nipoti più grandi ed il piccolo Jacopo, mio figlio. È stato bello: mi sono divertito e credo d'essere stato anche simpatico con tutti.
    
    Avevo sempre appiccicati addosso Jacopo da una parte ed Erica dall'altra, con la coscia nuda incollata alla mia. Quando affrontavamo le onde mi si aggrappava al braccio. Indossava un mini bikini bianco accecante che faceva sparire tutte le sue cugine. Io ...
    ... avevo dei pantaloncini molto larghi.
    
    La sera, prima d'andare a dormire, Jacopo ci disse che voleva sposare Erica. Sua madre gli rispose acida che non poteva, era sua cugina; ma fu come se avesse risposto a me.
    
    Lei. Ero preoccupata: cosa mi stava succedendo? Dovevo rimanere sola.
    
    Dissi a tutti ch'ero stanca per il giorno in barca e che non sarei andata in città con loro. Mi stressarono un poco, ma solo un mio cugino ed il ragazzo di Monica: le cugine erano ben felici di lasciarmi a casa.
    
    Leggiucchiai sul letto nella camera in penombra, ascoltando le cicale e il rumore d'un trattore lontano, e chattai a lungo con Daniele, il mio ragazzo. Nel pomeriggio feci due passi attorno al casale deserto, ma mi beccai subito la nonna.
    
    Ecco, con lei ero davvero in imbarazzo. Non sono mai stata in confidenza con lei; faccio fatica a capire quello che dice ed ogni volta mi sembra d'essere interrogata come una bambina.
    
    Era seduta all'ombra; appena mi vide passare mi chiamò e cominciò ad interrogarmi tenendomi stretta per la mano. Cazzo, avrei voluto sparire! Inutilmente cercavo di divincolarmi dalla sua stretta: la nonna mi tirava allora ancor più vicina, col braccio che pareva di pietra. Fortuna che arrivò lo zio! Me lo trovai di fianco. Mi diede il buongiorno e scherzò con la nonna, in dialetto, prendendomi in giro. Ridemmo, la tensione era sparita: ero felice ed allegra.
    
    Poi sentii la sua mano sfiorarmi il sedere.
    
    Lui. L'avevo salvata dalla nonna e subito scattò un ...