1. La moglie dell’ingegnere


    Data: 19/03/2019, Categorie: Autoerotismo Etero Autore: LakeFront, Fonte: RaccontiMilu

    ... bevo due gran sorsi d’acqua direttamente dal rubinetto, ne approfitto per sciacquarmi la faccia, e torno a dare gli ultimi tocchi alla mia opera: una bella decorazione di confettura di frutti di bosco, preparata da me con more lamponi e mirtilli che io stessa ho raccolto.
    
    Ecco fatto: metto la tortiera in frigo dandole appuntamento all’indomani. Ora sono decisamente più calma, tanto che riesco a non agitarmi troppo quando sento la sua voce chiamarmi: ‘Signora, io per oggi avrei finito…’
    
    La voce normale di uno che ha terminato il suo lavoro e vuole solo tornarsene a casa: ‘Signora… venga che le devo spiegare cosa ho fatto…’ Mi affretto verso il bagno ‘padronale’ ridendo delle mie sciocche palpitazioni adolescenziali di poco fa: ‘Lo vedi? La solita piatta, assoluta normalità di tutti giorni… Cretina!’
    
    E sulla porta del bagno mi scontro con lui che, dopo avermi chiamato tre o quattro volte senza risultato, ha evidentemente deciso di venirmi a cercare. SULLA PORTA…
    
    Restiamo lì, impalati come due ebeti, nel metro scarso di apertura della porta. Vicini, troppo vicini, pericolosamente vicini. Sento chiaramente il suo odore, acidulo ma non sgradevole: è profumo di sudore giovane e pulito, con un lieve sottofondo acre di silicone, che deve aver maneggiato nella sua lotta contro le tubazioni della vasca.
    
    E lui sente il mio, che deve sapere di confettura e di zucchero, e della nota aspra del Philadelphia, perché vedo le sue narici palpitare mentre prende fiato prima di ...
    ... cominciare a spiegarmi, a testa bassa, che ora i tubi non perdono più… che però la vasca è inutilizzabile… che quel pezzo di tubo che ha in mano è da cambiare… che ce l’hanno senz’altro in magazzino… che dovrebbe tornare domani… e insomma, signora, mi dispiace, ma più di così non posso fare.
    
    E continua a guardare in basso, rigirandosi quello strano tubo tra le mani, e di colpo mi rendo conto che prima, sciacquandomi la faccia, mi sono inavvertitamente abbassata la cerniera della tuta, e i suoi occhi sono di nuovo persi nel solco che divide i miei seni. Oddio, ci risiamo… e mi sento mancare il fiato, mentre uno strano solletico mi invade la pancia. E lo so che farei meglio a togliermi di lì, ma non mi riesce.
    
    Al contrario, mi avvicino ancora e come in un film al rallentatore le mie labbra sfiorano le sue. Dapprima timidamente, quasi chiedendo scusa, poi sempre più ardite, fino a leccare avidamente la sua bocca semiaperta, fino a cercare di forzare la barriera dei suoi denti.
    
    Ci mette un po’ a reagire, ma quando lo fa la sua violenza quasi mi spaventa: lascia cadere quel ridicolo e inutile tubo e mi schiaccia pesantemente contro lo stipite della porta insinuando la lingua tra le mie labbra… le quali da parte loro paiono non attendere altro, e si aprono ad accoglierlo.
    
    Poi sento le sue mani infilarsi dal basso sotto la tuta cercando febbrilmente di risalire fino al mio seno: annaspa alla cieca nel poco spazio che ha, e il tocco di quelle dita sulla pancia mi trasmette ...
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