1. La moglie dell’ingegnere


    Data: 19/03/2019, Categorie: Autoerotismo Etero Autore: LakeFront, Fonte: RaccontiMilu

    ... a vedere la faccia perché è coperta dal lenzuolo; è disteso a pancia in su e il suo sesso è oscenamente eretto. Mi fa paura, ma non riesco a fare a meno di salirgli sopra e cavalcarlo furiosamente fino a che non mi sveglio con le pulsazioni a 180, sudata fradicia e con un lago tra le cosce… allora, mi basta toccarmi leggermente con le dita per scivolare in un orgasmo liberatorio.
    
    Il borbottio della moka mi risveglia dalle mie fantasticherie… TURBAMENTO
    
    ‘Caffé in arrivo…’ grido per darmi un contegno mentre attraverso la camera da letto. Mi risponde un brontolio indistinto che sembra venire da molto lontano, come se chi l’ha emesso fosse sepolto sotto a qualcosa.
    
    E in effetti è così, perché entrando in bagno mi accorgo che, dopo aver tolto i pannelli laterali, ora è sdraiato sotto alla vasca e sta armeggiando a qualcosa che non può lasciare. Lo guardo con calma, senza nessuna malizia, con l’interesse dell’insegnante di educazione fisica che non sono mai riuscita a essere, apprezzandone le gambe, che si indovinano muscolose sotto il tessuto leggero della salopette, la vita esile, l’addome piatto che si apre verso un torace ampio, e all’improvviso una fitta di consapevolezza mi scoppia in testa come un lampo: l’uomo del sogno, come l’uomo del sogno ha la faccia nascosta e sta disteso a pancia all’aria.
    
    Un lampo che si scatena in testa e mi attraversa il corpo per andare a scaricarsi nella pancia, lasciandomi senza fiato e con le ginocchia tremanti, mentre una ...
    ... sensazione di calore, una specie di palla di lava, si addensa repentina e pulsante nel basso ventre facendomi vacillare.
    
    Appoggio il vassoietto con la tazzina nel primo posto che capita, un provvidenziale sgabello, e mi aggrappo al bordo del lavabo per non cadere. Lo specchio mi rimanda l’immagine di una me stessa che stento a riconoscere: paonazza in volto, le labbra leggermente dischiuse e gli occhi, normalmente di un bel verde scuro e limpido, offuscati come il cielo estivo prima di un temporale pomeridiano.
    
    Batto precipitosamente in ritirata, prima che esca da lì sotto e mi sorprenda in queste condizioni. Farfugliando non so nemmeno quale scusa di cose urgenti da fare, attraverso di corsa la casa e mi rifugio tra le quattro mura della mia cucina, dal mio rassicurante cheesecake.
    
    Una colata umida e calda mi pervade il sesso. Lo sento pulsare allo stesso ritmo affannato del mio cuore. I capezzoli ormai ridotti a schegge appuntite premono impazziti sul tessuto della tuta, scintillando brividi di piacere e di dolore. Non ho il coraggio di farlo, ma ho la perfetta consapevolezza che se la mia mano si insinuasse dentro ai pantaloni della tuta… se scivolasse sotto all’elastico dello slip… se appena mi sfiorassi… avrei un orgasmo da favola.
    
    ‘Calmati, deficiente, è un perfetto sconosciuto… uno sconosciuto che potrebbe essere tuo figlio. Va bene, ha provato a sbirciarti le tette, ma se questo basta a ridurti così, sei davvero messa male.’ Mi faccio coraggio con queste parole, ...
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