1. Impasto di tinture


    Data: 14/03/2019, Categorie: Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... unicamente sulla reminiscenza? Come ben saprai, per esempio i chiarori, le zone buie, gl’incastri cromatici, non si possono fare senza preparazione, dovresti essere al corrente di questo’.
    
    In quella precisa circostanza ricevetti un poderoso sobbalzo, perché non l’avevo sentita arrivare essendo ormai sufficientemente amareggiato dalla conclusione e sfibrato per il lavoro accostato alla tela, sovrapposi perciò la tavolozza delle tinte sul tavolo, mi stropicciai in ultimo gli occhi per lo snervamento accumulato appoggiandomi prostrato alla sedia, mentre alquanto frustrato e indispettito ribattei:
    
    ‘E’ vero, sì, hai ragione, ma come posso rimediare? Comprendimi, tu fai capitare qua l’indossatrice unicamente una volta, capisco che &egrave per ragioni di studio e questo che implica un costo, eppure quell’indossatrice mi sarebbe davvero interessato acquerellarla come si deve’.
    
    ‘Sta’ attento che ti sei inzaccherato la faccia di giallo e di blu: in ogni caso, se quel quadro desiderassi finirlo &egrave sufficiente che tu me lo ripeta, perché l’indossatrice essendo una mia fidata amica, potrà posare di certo soltanto per te’ – affermò Mirella deridendomi e stropicciandomi amorevolmente il sopracciglio, facendomi nel contempo l’occhiolino. Frizionandomi ulteriormente le mani imbrattate di tempera io cercai di nascondere la mia soddisfazione, ribadendo che se non esigeva un prezzo troppo elevato mi sarebbe piaciuto parecchio:
    
    ‘L’ascolterò e ti riferirò, non ritengo che lei ...
    ... esiga come ricompensa più d’una gustosa e stuzzicante cena a casa mia. Se tu verrai da me sabato pomeriggio, oltre alla tela, ai colori e con due bottiglie di vino sarà fatta. Per non sbagliare prendine uno bianco e uno rosso. Tu porti le bevande, io t’offro la casa, la cena e l’indossatrice. Che te ne pare?
    
    Sogghignando io ribadii che se tutte le docenti fossero state come lei, sarei rimasto un allievo a vita. Il sabato pomeriggio mi presentai con la tela e con le bottiglie ben incartate:
    
    ‘Che bello vederti, ciao Lorenzo, su accomodati’.
    
    Mirella mi fece scandagliare la casa, lei dimorava in un bel casolare sui colli nei dintorni di Perugia, la casa era molto accogliente e i dipinti appesi alle pareti erano fantastici, realizzati da lei e da vari suoi amici artisti. Io mi congratulai per quel casale e poco dopo mi misi al lavoro in cucina, lei sbrigò del lavoro rimasto indietro accendendo il fuoco nel caminetto. L’ambiente era fantastico e ospitale, io e Mirella ci stavamo assaporando rilassati quegli attimi, discorrendo d’arte e d’argomenti vari con un calice di vino davanti al focolare, finché suonò il campanello. Era Josephine, l’indossatrice, perché notai che il saluto fra lei e Mirella fu molto cordiale, espansivo e tenero, all’istante distolsi lo sguardo e la mia mente iniziò a volteggiare a casaccio, rimuginai alquanto allietato alla mole di quelle considerazioni che mi circolavano per il cervello, finché in conclusione stabilii di trascorrere la serata assistendo ...