1. Storia di B.


    Data: 13/03/2019, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Etero Autore: aliasir, Fonte: RaccontiMilu

    ... stretto il collo e con l’altro le palpa le cosce, le tette. Con le grosse dita le si infila sotto le mutandine e le apre la fica. Lei sente il cazzo duro che le preme sul culo e capisce che la voglio violentare. A fatica cerca di parlare. Dice che quello che stanno facendo è una cosa molto grave e rischiano la galera. Che se la lasciano andare subito non dirà niente.
    
    Ma per tutta risposta quello le da una strizzata fortissima a un capezzolo, le vengono le lacrime agli occhi, e urlerebbe se quello nel frattempo non le stringesse forte il collo, dicendole in un orecchio in un italiano smozzicato: “statti zitta puttana che adesso ti facciamo divertire… ” e continua a toccarla.
    
    Lei allora si mette a piangere, li prega, li scongiura, gli dice di non farle del male, ma quello si incazza ancora di più, le smanaccia la fica tirandole i peli e facendole malissimo: “ti ho detto di stare zitta troiona… hai trovato le persone sbagliate con cui fare la stronza…”
    
    Fra vari sballotamenti arrivano nel casolare. Il furgone si ferma. Aprono la portiera, lei è incappucciata e non vede nulla, la fanno camminare per qualche metro. Sono in due e la tengono ognuno per un braccio. Ma le pare che ci siano altre persone. Più volte le capita di inciampare, e quelli la sorreggono. Ma ad un certo punto invece di tenerla la spingono giù e lei si trova a cadere su una superficie morbida. Sente chiudere una porta e il rumore di una catena.
    
    Gliela girano attorno ad una caviglia, stringendola con ...
    ... un lucchetto. Le dicono che può togliersi il cappuccio. Lei ha quasi paura a farlo. Quando lo toglie vede che è in una stanza senza finestre, dai muri tutti scrostati, l’intonaco che cade a pezzi. E’ su un materasso lercio e l’unica luce è data da lampada a gas da campeggio. C’è una porta di legno rinforzata con delle assi grezze e che si chiude dall’esterno, perché dentro non c’è nemmeno una maniglia. L’uomo che è con lei le sembra proprio uno dei tre a cui aveva fatto una multa nei giorni precedenti, ma ha la luce dietro le spalle e il viso è in ombra. E poi ricordava bene uno, quello con cui aveva parlato, gli altri due no.
    
    “Che volete?” chiede con un filo di voce. Ma quello non dice niente. Si limita a guardarla.
    
    Pochi minuti e la porta si apre e entrano altri due. Sì, sono proprio quelli della multa.
    
    In un primo momento il riconoscerli le da una certa sicurezza. Li conosce, ha la targa della loro macchina, li farà punire questi maledetti. Un attimo li vede trascinati in galera, ammanettati fra ali di carabinieri che li strattonano. Poi in un soprassalto di terrore pensa che se nonostante questo loro si mostrano tranquillamente in viso è perché non hanno paura di lei.
    
    Pensano che non li denuncerà perché l’ammazzeranno. E allora a questo pensiero ha un’ondata di terrore che la travolge e se la fa sotto, non riesce a trattenere le vescica e sente un gran calore in mezzo alle gambe e una pozza che si allarga sotto di lei.
    
    Proprio quello che sembra il capo, il ...
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