1. Le dolci seghe di mia zia


    Data: 09/03/2019, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: nik, Fonte: RaccontiMilu

    ... consuma e il tuo pene neanche’.
    
    Si sedette sul letto al mio fianco, con un braccio la stesi sul letto e con l’altro tra le gambe gli dissi ‘dai, oggi voglio che godi anche tu’. Si alzò con uno scatto fulmineo e disse ‘forse non hai capito, io sono tua zia, non possiamo andare a letto insieme’, ‘ma zia, tu non hai anche le tue voglie?’, ‘Certo!’ – ribatte lei – ‘e mi sfogo proprio come fai tu’.
    
    Mi prese il pene in mano e iniziò una stupenda sega, ‘allora dopo posso farti venire io?’ le dissi, ‘dopo vediamo ora godi tu che ti devi sfogare’.
    
    Forse lo fece apposta, questa volta le spruzzai sulla faccia. Si passo un lembo del lenzuolo per asciugarsi.
    
    Si stese sul letto al mio fianco e disse ‘Sei capace di farmi avere un orgasmo come ho fatto a te?’.
    
    Mi sedetti al suo fianco, lei divaricò leggermente le gambe, inizia a strofinare il palmo della mia mano sul suo pube, poi le sbottonai la camicetta, era senza reggiseno, una visione bellissima. Avevo di nuovo il pene in tiro.
    
    Con due dita la masturbavo e con l’altra mano le accarezzavo il seno, ebbe un orgasmo bellissimo, lunghissimo e ‘vellutato’. ‘Grazie, sei stato bravo e dolcissimo. Penso che verrò ancora spesso a trovarti. Tanto tutte le mattine facciamo sempre da soli, tanto vale…’
    
    Il giorno dopo partii per una settimana, andavo a casa dai mie. Erano due mesi che che non tornavo al mio paese e non mi dispiaceva incontrare gli amici di sempre.
    
    Il pensiero era comunque sempre fisso. La zia era sempre al ...
    ... centro dei miei pensieri. Ora bisognava passare alla seconda fase, dovevo riuscire a penetrarla. L’avevo guardata negli occhi mentre raggiungeva l’orgasmo e questo mi aveva fatto impazzire, aveva una espressione, faceva dei movimenti, godeva in un modo sublime.
    
    Tornai a casa degli zii, mi accolsero come se non mi vedessero da un anno. Guardavo mio zio, in fondo mi faceva pena, ma poi pensavo anche che io ero come un missionario. Mia zia a casa sola, costretta a masturbarsi, in fondo non facevo altro che portargli un po’ di piacere e per lei l’opportunità di stare con un ragazzo di ventiquattro anni non gli sarebbe più capitata. Non avevo sensi di colpa.
    
    La mattina andai io a trovarla in camera.
    
    ‘Ciao zia, tutto a posto?’
    
    ‘Ciao, si… si… tutto bene’
    
    Indossavo le mutandine e la canottiera, mi sdraiai sul suo letto. La zia mi guardò con uno sguardo materno.
    
    ‘Vedi… penso che abbiamo fatto una stupidaggine l’altra settimana. Io sono tua zia. Non è giusto quello che abbiamo fatto’.
    
    Mi alzai dal letto senza dire una parola, andai in camera mia e mi vestii. Passai la giornata a studiare anche se non potevo concentrarmi. Il missionario era diventato, in pochi secondi, un pervertito che cercava di scoparsi la zia di ventiquattro anni più vecchia.
    
    Durante la giornata mi ero convito che avevo fatto una porcata. Una porcata, questa era la parola che mi risuonava in continuazione nella testa. Anche durante il pranzo non riuscivo a guardare in faccia la zia.
    
    Arrivò ...
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