1. Cenerentolo - 1


    Data: 01/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    “Cenerentolo!”, urlò il barone di Culignac, gettando le gambe fuori dal suo letto di piume e infilando i piedi nelle pianelle foderate di agnello.
    
    Aveva urgente bisogno del pitale e quel maledetto ragazzo non rispondeva mai, quando c’era bisogno di lui. Eppure, glielo aveva ripetuto fino allo sfinimento di farsi trovare pronto col recipiente, quando lui si fosse svegliato: a quanto pare non erano bastate le frustate date finora a quello sfaticato, avrebbe dovuto raddoppiare la dose.
    
    Per giunta, anche il fuoco era spento nel camino e nella camera si gelava.
    
    “Cenerentolo!”, chiamò ancora; poi furibondo si alzò, si infilò in fretta una vestaglia di lana sul camicione da notte e, uscito in corridoio, corse rabbrividendo al bugigattolo, che sporgeva su un cortiletto cieco del palazzo, dove con un sospiro di soddisfazione si liberò dall’incombenza.
    
    “Dove si sarà cacciato quel perdigiorno!”, ringhiò, dando un’occhiata al grande pendolo che batteva le ore all’altro capo del corridoio.
    
    “Le nove!... Stavolta gliela faccio pagare a quel fannullone!”
    
    E gonfio di malanimo verso il ragazzo, il barone si avviò alla sua ricerca.
    
    Come sappiamo bene tutti, dopo essere rimasto vedovo con due figli già grandicelli, il barone aveva sposato una serva di palazzo: da queste nozze era nato Giannino, futuro Cenerentolo. Anche questa seconda moglie, però, era morta, lasciando un bambino adolescente, che il barone non amava, ma aveva tenuto in casa per assolvere alle faccende ...
    ... domestiche, non potendosi più permettere la spesa di un’altra serva.
    
    E così, sul povero ragazzo non solo erano ricadute tutte le incombenze della casa, ma lui stesso era diventato oggetto dei maltrattamenti, delle angherie e delle umiliazioni dei fratellastri, Germano e Tarvisio, i quali fin da quando era piccolo si erano divertiti a tormentarlo, gettando, per esempio, manciate di lenticchie nella cenere del focolare e costringendolo a recuperarle una per una, dal che lo avevano soprannominato Cenerentolo.
    
    Crescendo, le angherie si erano moltiplicate e fatte ancora più pesanti, arrivando perfino ad abusare di lui, quando era appena sulla soglia dei sedici anni: il tutto sotto gli occhi del padre degenere, che anzi si inorgogliva alle prodezze dei suoi figli maggiori.
    
    Sgravatosi, dunque, la vescica nel gelido bugigattolo in fondo al corridoio, sacramentando e rimuginando i più truci propositi, il barone si mise alla ricerca dello sfortunato Cenerentolo.
    
    “Cenerentolo”, lo chiamava, stringendosi nella vestaglia e battendo i denti per il gran freddo.
    
    “Cenerentolo! È inutile che ti nascondi: appena di becco, te la faccio pagare io, e te la faccio pagare salata, maledetto scansafatiche!”
    
    Sempre chiamando e minacciando, salì il decrepito scalone e raggiunse il piano
    
    superiore, dove erano le stanze dei figli; e fu allora che sentì dei rumori soffocati provenire dalla camera di Tarvisio. Intuì quello che stava succedendo e infatti, spalancata la porta, si trovò davanti ...
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