1. Io e mamma sotto sequestro


    Data: 08/11/2017, Categorie: Incesti Autore: taboo, Fonte: RaccontiMilu

    ... mentre con l’altro scriveva: “noi stiamo bene…” un altro gli mise una mano sulla testa, spingendola in basso, verso il foglio, anche se il gesto poteva prendere vari significati… “la nostra vita dipende da te… fai presto…”. Una mano ora scendeva sul suo fianco, e vedevo il viso di mia madre: rimase lucida e fredda, manteneva il controllo. Solo per un’attimo ebbi la sensazione di vederla emettere un sospiro. Pensai che fu per la paura. “Firmala!” Quindi le riattacarono i polsi alla testata.
    
    Arrivò il momento però in cui non potevamo trattenere oltre. Chiamammo il “secondino” e gli spiegammo la situazione. Si allontanò e io incominciai a pensare a mia madre che l’avrebbe fatta davanti a un uomo, e a che genere di uomo! L’avrebbero portata nella stanza da bagno e chissà cosa sarebbe potuto succedere. Mentre pensavo a come riuscire ad essere presente anch’io, in modo da proteggerla, lo vidi rientrare con un pitale, uno di quelli che usavano i nostri trisnonni, e un rotolo di carta igenica.
    
    Il ragazzo sciolse i piedi e le mani di mia madre e, dopo che lei si fu alzata, gli rilegò velocemente i polsi dietro la schiena. Io guardavo attentissimo e preoccupato, pensando fino a che punto era il caso di assecondarli e “fare come dicono loro”. Il ragazzo si abbassò e
    
    cominciò a sbottonare i pantaloni di mamma. Glieli calò. Era la prima volta che mia madre mi appariva in modo così disinibito; e lo spettacolo non era niente male: la pelle candida e liscia delle gambe, il monte ...
    ... di venere ben pronunciato sotto la stoffa bianca delle mutande. Probabilmente era una prima volta anche per lui, perch&egrave poco dopo aver infilato i suoi indici nelle mutandine di mamma, accadde qualcosa di strano; il ragazzo alzò il mento e incrociò gli occhi di mia madre. Si creò un’atmosfera come di imbarazzo reciproco ma “condiviso” e accettato da entrambi. Lui era stato, tutto sommato, abbastanza delicato nei movimenti, ed era possibile che ciò avesse potuto svegliare un possibile istinto materno da parte di mia madre.
    
    Lui cercò di rompere l’atmosfera, e con forzata disinvoltura tirò giù le mutande di mamma.
    
    Aveva il pube di mia madre a pochi centimetri dal suo naso. Era ridicolo fingere disinvoltura: si stava godendo lo spettacolo. Me lo confermò quell’espirazione fatta a bocca chiusa, dalle narici, ma che sembrava uno sbuffo. Stava succedendo quello che temevo; incominciai a pensare a mio padre, la sua onestà, i grandi sacrifici di una vita dedicata al lavoro, e ora i peli pubici della moglie erano a pochi centimetri dal muso di un ragazzino, che ne aspirava gli odori.
    
    Riuscì a riprendersi e, alzatosi in piedi, prese il pitale, lo mise al centro del punto più spazioso della piccola stanza e afferrò mia madre per i gomiti; la portò davanti al pitale e la posizionò su di esso.
    
    Fece in tempo però a non perdere lo spettacolo del posteriore che mia madre stava sporgendo per centrare il pitale; mi disse poi che non si sedette perch&egrave era sempre un vaso da ...
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