1. Come parlarne - Capitolo VII


    Data: 07/11/2017, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    ... rossa bombata, come fosse un cuscino. Mi resi conto che anche all’interno del contenitore c’era un pannello piano, anch’esso con la stessa pelle rossa bombata.
    
    Non avevo mai visto un simile oggetto, ma mi fu molto facile capire che non era una console per videogiochi, né tantomeno uno strumento elettronico di qualsiasi tipo. Sembrava piuttosto uno strumento per qualche genere di tortura.
    
    Debora osservò la scena in silenzio, con uno strano sorriso divertito, lasciandomi girare intorno alla scatola senza dire nulla. Iniziai a capire come si doveva usare. Debora mi avrebbe fatto sedere nudo sulla scatola e mi avrebbe legato i polsi. Poi mi avrebbe lasciato lì, per liberarmi dopo alcune ore, come aveva fatto altre volte. Ma più probabilmente sarei rimasto legato finché non avessi ceduto alle mie necessità fisiologiche. Forse era piacevole per Debora che io fossi costretto a scaricarmi in quel modo. Le piaceva sapermi legato e dipendere da lei per essere liberato.
    
    La guardai, timoroso. “Esci con le tue amiche oggi?”
    
    Mi restituì uno sguardo stranito: “Perché dovrei uscire?”
    
    Le spiegai ciò che pensavo della scatola, ma più andavo avanti, più sembrava divertirsi.
    
    “Sì, sì,” disse, “potrebbe essere usata anche così in effetti, ma in realtà quella è una facebox.”
    
    Scossi la testa, non capendo, ma lasciai che proseguisse.
    
    “Se metti dentro la testa, con la giusta pressione del pannello all’interno rimarrai incastrato nel buco e non riuscirai a voltare lo sguardo. ...
    ... La pressione si ottiene girando la manovella, che fa salire il pannello.”
    
    Perciò fu per me evidente la conclusione: “Così tu potrai sedertici sopra.. Sopra la mia faccia, intendo”
    
    “E scommetto che in condizioni normali non ti dispiacerebbe se la usassi in quel modo, vero? Immagino già la foga con cui mi leccheresti in mezzo alle gambe…”
    
    Trassi un respiro, sollevato: “Io credevo la volessi usare per fare… per i tuoi bisogni…”
    
    Rifletté: “Potrebbe essere un’idea in effetti…” Debora ne sembrava attratta, “ Hai una mente molto aperta, vedo”
    
    “Credo che ne sarei disgustato…”
    
    “Comunque non era mia intenzione. Almeno non per il momento…” Per un istante mi osservò con espressione sadica, mentre io mi preoccupavo delle ripercussioni che le fantasie di Debora, in quel momento per me ancora sconosciute, potessero avere nei miei confronti. Ma forse la sua era solo una messinscena allo scopo di farmi preoccupare, per poi goderne, senza necessariamente portare avanti davvero desideri di quel genere. Comunque rimasi con il dubbio, anche dopo che Debora si lasciò andare ad una risata divertita. Nuovamente si avvicinò e mi abbracciò, donandomi un piccolo bacio. Quindi mi guardò con occhi languidi e con una vocina sottile e sensuale domandò: “Non la proveresti per me?”
    
    Pensai immediatamente ad una scusa valida per non farlo.
    
    Pochi istanti dopo la mia testa era bloccata nella scatola e le mie mani legate ai bracciali. Ovviamente ero nudo, per il piacere della mia amata, che ...