1. Come parlarne - Capitolo VII


    Data: 07/11/2017, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    ... mi aveva convinto con la stessa irresistibile tecnica degli occhi languidi e della vocina. Mi ritrovai quindi disteso sullo scendiletto, bloccato nella scatola, esattamente come desiderava Debora. Mi muovevo appena, giusto per aprire la bocca e parlare. Ma gli altri movimenti erano davvero molto limitati, se non del tutto assenti. Intanto non mi era proprio possibile voltarmi. Sotto il collo e la nuca, l’asse con il cuscinetto in pelle rossa mi teneva la testa sollevata e bloccata nel buco, impedendomi di tirarla fuori da sotto. Tuttavia non potevo farla passare neanche attraverso il buco, in quanto non era grande a sufficienza. Ne rimanevano fuori solo la fronte, le guance e il mento. Attorno ad essi l’altro cuscinetto rosso, quello superiore esterno. Non ero particolarmente scomodo, ma essere in quella posizione mi fece comunque agitare. Il mio cuore batteva all’impazzata e cominciai a sudare, sapendo che da solo non avrei mai potuto liberarmi. Potevo contare solo su Debora, ma ero cosciente che lei non lo avrebbe fatto. La conoscevo troppo ...
    ... bene per credere che voleva soltanto provare il nuovo giocattolo. Aveva già in mente qualcosa e si sarebbe divertita, se non altro a minacciarmi, facendomi preoccupare per ciò che avrebbe potuto fare senza che io potessi difendermi. Forse mi avrebbe più semplicemente fatto il solletico, ma non si sarebbe fermata prima di avermi portato a supplicare perché smettesse. Poteva tuttavia passarle per la testa qualunque cosa. Ed era proprio per questo che temevo si sarebbe messa a giocare in un modo che non mi sarebbe piaciuto, che mi avrebbe procurato dolore, o addirittura che mi avrebbe fatto sentire violato.
    
    Afferrò la poltroncina dall’angolo della stanza e la pose in modo che il mio corpo vi passasse tra le gambe. Poi cercò qualcosa nel cassetto del comodino ed una volta trovato ciò che cercava, si venne a sedere.
    
    “Tesorino, sei pronto?” domandò, guardandomi dall’alto. “È il momento di divertirci un po’”
    
    Mi sentii di condividere la stessa sorte degli omini legati sui pedali della macchina.
    
    Anche io ero in atroce attesa del mio destino. 
«12...78910»