1. L'amante prof. 1 - “sappiamo entrambi come andrà a finire, non appena avremo modo di vederci da soli”


    Data: 05/11/2017, Categorie: Tradimenti Autore: siempreganas, Fonte: Annunci69

    ... armamentario di riferimenti agli sguardi che spogliano, alla voce calda che rincuora, alle labbra carnose che fanno girare la testa. Noioso passaggio retorico necessario a confortare e ad animare la donna che ha bisogno di essere guardata, notata, apprezzata. Cercai di assolvere a questo compito il più presto possibile, mettendo però in campo tutta la mia sensibilità coltivata in anni di letture.
    
    Non ci eravamo più rivisti da soli, ma per dopo qualche giorno era previsto un Collegio docenti. Una di quelle noiosissime riunioni che un dirigente incapace può far diventare mera occasione burocratica. A me non sarebbe comunque interessato nulla di ciò che mi sarebbe successo intorno, in quella riunione che stavo attendendo solo per mettere in atto un eccitante gioco a due. Fu in mezzo a decine di colleghi che ci parlavano e con cui scherzavamo che cominciai a scriverle dei messaggi espliciti. Le insinuavo quanto sarebbe stato divertente poterci allontanare per vederci da soli in un'aula deserta e buia della scuola, o in un laboratorio, per poter continuare a parlare a quattr'occhi l'uno di fronte all'altra, vicini. Lei arrossendo dopo aver letto i messaggi mi rispondeva seguendomi in questo gioco. Vedevo il suo volto che, rosso per la vergogna, diventava paonazzo per l' eccitazione. Le dicevo per la prima volta che se fossimo fuggiti dalla riunione per vederci in qualche angolo scuro della scuola ci saremmo sicuramente baciati. Non mi rispose, era la prima volta che ...
    ... mettevamo in campo una parola che ci avrebbe compromesso per sempre: baciati. Questo pensiero la spaventava, ma allo stesso tempo era irresistibile, avrebbe fatto di tutto per cancellare il mondo intorno, mettermi le braccia al collo e infilarmi la lingua in bocca. La vidi uscire con passo incerto, per andare al bagno o a prendere una bibita alla macchinetta. Dopo un minuto uscii anch'io, la seguii, la raggiunsi alla macchinetta, dove si era fermata per un caffè. Non c'era nessuno intorno, il corridoio dopo pochi metri svoltava; la presi per la mano e la trascinai dietro l'angolo, dove, appoggiata al muro, finalmente la baciai con un'intensità breve che la sconvolse. La lasciai lì perché avevo sentito dei passi in lontananza. La rividi pochi minuti dopo nella riunione, aveva gli occhi bassi e il volto scuro. Sembrava arrabbiata, non mi guardava più. Ero certo di aver fatto un errore, di averla offesa. Temevo si fosse sentita violentata. Le scrissi per scusarmi, ma non mi rispose. Il Collegio era quasi finito quando finalmente mi arrivò il suo messaggio. Mi chiedeva di fermarmi 5 min. dopo la riunione, di non andarmene via subito. L'aspettai in un parcheggio vicino, un po' in ombra, dove a quell'ora normalmente non passa nessuno. Passarono pochissimi minuti prima di vedere la sua macchina avvicinarsi. Una macchina lussuosa, testimone di uno stile di vita molto più elevato del mio. Il marito, medico di un certo prestigio, le garantiva agi, una bella casa, vestiti eleganti, amicizie ...