1. Un insolito pomeriggio


    Data: 26/01/2019, Categorie: Autoerotismo Etero Sensazioni Autore: Dedalus, Fonte: RaccontiMilu

    ... viveva da sola e si masturbava di solito pensava di farlo con Alberto, pensava a tutti i modi in cui avrebbe potuto darle piacere, a tutti i posti in cui glielo avrebbe potuto mettere. Già solo questi pensieri le generavano un lago in mezzo alle gambe. Alle volte invece si trastullava con fantasie che non aveva poi il coraggio di mettere in pratica.
    
    Adesso invece era lì, semi sdraiata sul divano, la maglietta che le era risalita oltre le tette, le gambe aperte e una mano sotto le mutandine ormai umide. Avrebbe dovuto mettersene un altro paio quando avrebbe finito. La vulva le pulsava, implorandola di infilarci dentro un dito, due, tre dita e di scoparsi forte, senza pensieri.
    
    Martina indugiava. Il pollice sfiorava il clitoride eretto regalandole scosse elettriche di piacere. Non voleva venire, eppure voleva godere. L’indice sfiorava la fessura tra le grandi labbra, aprendola leggermente. Pensò al cazzo di Alberto, a come le piaceva farselo crescere in bocca quando gli faceva un pompino. No, non era questo che voleva.
    
    Chiuse gli occhi e infilò un dito nella vagina umida e un lungo gemito prolungato le uscì dalla gola. Si portò il dito alle labbra e lo infilò in bocca. Da quanto non sentiva il suo sapore? Scese di nuovo ad allargarsi le labbra della fica e vi infilò l’indice per primo, cominciando a muoverlo.
    
    Fantasticò di essere presa da due uomini contemporaneamente. Era una delle sue fantasie ricorrenti. Pensava che sarebbe stato bello sentirsi completamente ...
    ... riempita. Immaginò che un uomo (aveva la faccia di Alberto) glielo mettesse in bocca, mentre un altro (che aveva sempre la faccia di Alberto, perché nemmeno nelle sue fantasie lo tradiva) la prendeva da dietro, stringendole i fianchi. Le sembrava di sentire il rumore della sua fica fradicia contro il cazzo dell’uomo, ma erano solo le sue dita (perché ora si era penetrata con due dita) che entravano e uscivano in lei.
    
    Martina inarcò il bacino, per spingere ancora più a fondo le dita dentro di lei, aumentando il ritmo della penetrazione. Sentiva l’orgasmo montarle dentro. Martina aprì gli occhi e si fermò. Si tolse le dita da dentro e le guardò, erano fradice dei suoi umori. No, si disse, non era così che voleva godere. Non voleva fare alcuna fatica mentale, anche se fosse stata quella della fantasia. Sono strana, pensò, mentre scuoteva la testa e sorrideva.
    
    Si alzò, coprendosi di nuovo con la maglietta. Andò in bagno e si guardò allo specchio, aveva la faccia arrossata e gli occhi verdi luccicavano, come febbricitanti. Si passò una mano tra i capelli neri, che portava corti sulle spalle, leggermente mossi. Si sorrise. Sentì le mutandine umide, sapeva di non essere venuta, e si strofinò le cosce. Sapeva che le bastava pochissimo per provare uno degli orgasmi più potenti delle ultime settimane. Ora però sapeva cosa voleva fare.
    
    Prese il computer, lo sistemò su un tavolo basso e si rimise sul divano, la schiena bene appoggiata sui cuscini, una gamba reclinata verso di sé e ...
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