1. Viaggio a roma - 5 (non tutte le ciambelle escono col buco)


    Data: 25/01/2019, Categorie: Etero Autore: gioviaf, Fonte: Annunci69

    ... I miei principi me lo hanno proibito finora, ed è forse per questo che lei cerca di darmi quei piaceri che a lungo negati ad una donna della mia età possono comprometterle perfino la salute”.
    
    Incoraggiato ed eccitato da queste rivelazioni decisi di tentare subito una nuova offensiva e chiesi se non le sarebbe spiaciuta una breve sosta tanto per fare due passi nel bosco che stavamo attraversando. Con mia grande sorpresa accettò senza fare alcuna obiezione.
    
    Mano nella mano ci inoltrammo attraverso sentieri ombreggiati tra gli alberi. Aveva piovuto nella notte e il terreno emanava un buon odore e l’aria era fresca, mi slacciai la camicia e presi a respirare a pieni polmoni. “Come mi piace” disse lei “sentirmi a contatto della natura. Siamo abbastanza lontani dalla strada per spogliarci senza rischio. E’ una sensazione sempre travolgente, per me, sentirmi nuda in mezzo al verde del bosco”.
    
    In un attimo si liberò dei pantaloni e del golf, questa volta non indossava né reggiseno né mutandine e io me la trovai davanti nuda come Venere che esce dalle acque. Mi prese un desiderio così violento di toccarla e sentivo insieme un piacere così intenso a starla a guardare che non mi ero ancora deciso a liberarmi anch’io dei vestiti. Me ne stavo lì impalato come uno stupido.
    
    “Spogliati anche tu Gio, vuoi?”. Mi sorrise e allora, senza toglierle gli occhi di dosso e con movimenti impacciati e quasi maldestri da bambino mi spogliai. Le chiesi “E’ cambiato qualcosa da ieri sera?”. ...
    ... “Sì Gio. Ci ho pensato tutta la notte nel mio letto solitario. Ciò di cui ho ancora paura è di una relazione fissa con tutto l’impegno che comporta. Ma tu non sei di Roma e forse dopo oggi non ci rivedremo più. Mi sei piaciuto molto ieri sera, sei stato comprensivo e allora ho deciso di essere tua per un giorno”.
    
    Mentre mi diceva queste cose si era sdraiata nell’erba, le braccia distese e le gambe leggermente aperte, quanto bastava perché potessi vedere la sua fica… mi sentii girare tutto il mondo sulla testa. Mi chinai e posai una mano sul suo ventre giocando con il leggero cuscino di peli biondi del suo pube.
    
    “Gio, cosa sto facendo. Non avrei mai pensato di essere così puttana. Ti prego sii molto paziente, preparami a lungo prima di prendermi”. Non riuscivo neanche più ad ascoltarla, il mio dito aveva cominciato un lavoro sulla sua fica. “Ah” gemeva “voglio diventare folle, non capire più nulla, sciogliermi tutta nel piacere liquido che cola tra le mie cosce…”
    
    Le menavo la fica con un ritmo sempre più rapido. Era ormai tutta così zuppa che le mie dita affondavano, affondavano nella sua carne, nel suo piacere. “Caro, prendimi, lo voglio. Adesso lo voglio. Ho bisogno di un cazzo dentro il mio ventre. Oh, tu non puoi immaginare cosa è un marito come il mio! Basta con le mani, mi stai facendo venire. Se continui così vengo. Ho voglio di godere ma voglio godere con il cazzo dentro”. Me lo prese in mano. “Ah il tuo cazzo, com’è grosso e duro. Fra un po’ affonderà nel mio ...