1. Viaggio a roma - 5 (non tutte le ciambelle escono col buco)


    Data: 25/01/2019, Categorie: Etero Autore: gioviaf, Fonte: Annunci69

    ... sincerarsi che se uno preferisce i soldatini di piombo questa non è colpa mia”.
    
    Una piccola stanzetta col letto di ferro, l’armadio bianco e un tavolinetto con la sedia, alle pareti c’erano incollate copertine di settimanali e le immancabili foto di attori. Era la stanzetta di una giovane cameriera. Non ebbi, tuttavia molto tempo per guardare il romantico alloggio infatti la moglie di Bianchi, Edvige, come ebbe tirato il chiavistello in men che non si dica si era liberata dei pantaloni e del golf.
    
    Io rimasi di sasso, veramente ammutolito. Né le mutandine né il reggiseno riuscivano a nascondere la pallida nudità di un corpo insieme angelico e provocante la cui pelle chiara aveva la trasparenza di un lago scandinavo. Appena la donna, inarcate le reni spinse avanti le sue tette, vere colline di neve, io sentii rinascere al completo tutti i desideri che credevi di avere calmato almeno per un po’ nella notte folle con Lolita.
    
    Il suo petto trionfante, le sue anche rotonde, le sue cosce, tutto mi eccitava. Mi sentivo girare la testa rapito. “E allora amico? La sua risposta. Ho diritto di affermare che mio marito è un emerito imbecille?”.
    
    Non potei trattenermi e per tutta risposta, con grazia ma deciso, attirai la donna contro di me. “No, questo no”, Edvige tentò di svincolarsi dal mio abbraccio. “La prego, sia gentile, eviti questo gesto sconsiderato, so di essere stata leggera ma non ne approfitti”. Senza lasciarmi commuovere dalle sue sconcertanti proteste, ...
    ... lasciai che la mia bocca si perdesse lungo la curva del suo collo delicato e lungo come quello di un cigno. “No” gemette Edvige “ mi creda, se l’ho condotto qui è stato per vanità ma non per puttaneria. Volevo avere una conferma che mio marito è uno stupido. Tutto qui”.
    
    Invece di smontarmi le sue spiegazioni mi eccitavano ulteriormente e la mia bocca sempre più insaziabile si impossessò della fragola del suo seno, un morbido capezzolo. Incominciai a mordicchiarlo finchè una vera vertigine di desiderio non mi fece cadere in ginocchio davanti al sesso della giovane.
    
    “Oh no!” gridò lei “questo no…” Ma appena che il mio indice, scansate le mutandine, ebbe trovato le labbra già umide della sua vulva e cominciò a titillare un piccolo e segreto clitoride, le sue grida di protesta si mutarono in gemiti di piacere. “Ah… com’è bello. Come ne ho bisogno… amo masturbarmi ma così è più bello… sì è molto meglio”. Doveva ugualmente piacere farsela leccare perché appena la mia lingua riuscì a infilarsi proprio dentro la sua fica, i suoi gemiti di piacere divennero il lamento della tigre in amore. “Caro senti come sono bagnata, lo senti che colo amore?”. Ne avevo la bocca piena.
    
    Il suo corpo si piegava su di me come un salice sotto la tempesta. Era percorsa da veri brividi, ora si offriva e ora si ritraeva. Mi attendevo in ogni istante che raggiungesse il letto e si offrisse, le cosce aperte, per l’atto definitivo.
    
    Ohimè, quando mi pareva che il desiderio e il piacere l’avessero ...