1. Dopo lungo penare divento l’amante di mia madre


    Data: 05/11/2017, Categorie: Incesti Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu

    Il mio nome &egrave Joe. Vivo con mia madre in un casolare di campagna ristrutturato e dotato di tutti i conforti ivi inclusa una piscina. Non abbiamo problemi economici perché Danni (mia madre) &egrave un architetto alquanto quotata nel suo settore. Danni ha 35 anni ed &egrave una bella donna. Longilinea (alta 170 cm) e con un corpo da far perdere la testa al più casto degli uomini. Mi ha avuto che aveva 17 anni. Mio padre, figlio di una famiglia molto ricca, essendone pazzamente innamorato e conscio dell’errore che aveva commesso (l’aveva sverginata ed anche ingravidata) la sposò contro il volere di sua madre. Anche i miei nonni materni non erano molto favorevoli a che si sposasse. Volevano farla abortire ma lei si ribellò. Andò ad abitare con mia nonna paterna che alla fine l’accettò. Questo le permise di portare avanti la gravidanza ed, allo stesso tempo, completare gli studi intrapresi. Si laureò e dopo un lungo periodo di tirocinio aprì un suo studio. Ebbe successo. I rapporti fra mio padre e mia madre andavano a gonfie vele. Io crescevo coccolato sia da mia madre che da mia nonna paterna. Il nonno venne a mancare quando io avevo otto anni. Due anni dopo in piena notte delle grida mi svegliarono. Era una notte invernale faceva un freddo cane. Mi alzai ed andai nella direzione dei suoni. Giunsi sulle scale che portavano al piano sottostante. La voce di mia madre mi giunse chiara e netta.
    
    ” ti do un’ora di tempo. Prendi le tue cose e vai via da questa casa. Porta con ...
    ... te anche questa puttana di tua madre. Non voglio più vedervi, ne te e ne lei.’
    
    Poi silenzio. Sentii dei passi salire le scale. Andai a rifugiarmi nella mia camera, mi chiusi dentro. Cosa stava succedendo? Non avevo mai sentito mia madre gridare in quel modo. Doveva essere successo qualcosa di veramente grave. Avevo la testa che mi doleva. Era notte fonda quando mi addormentai. Al mattino mio padre non venne a salutarmi. Mi alzai e andai in cerca di lui. Al piano notte le camere erano tutte vuote. Anche quella della nonna era libera. Scesi al piano giorno e nell’immenso salone trovai mia madre stesa sul divano che dormiva. Aveva lasciato il riscaldamento acceso e faceva molto caldo. Aveva la vestaglia aperta ed un suo seno traboccava dall’apertura della camicia da notte. Mi fermai a guardarlo. Era bellissimo. Ricordo che era bello tondo e grosso, sul davanti spiccava un capezzolo che sembrava una grossa ciliegia intorno alla quale si estendeva un’areola rosea (oggi so che &egrave una quarta taglia coppa D). Trascinai una sedia vicino al divano e, seduto e senza staccare gli occhi da quel magnifico globo di bianca carne, aspettai che si svegliasse. Forse l’inconscio l’avvertì della mia presenza. Aprì gli occhi, mi guardò, mi sorrise e mi invitò a stendermi vicino a lei. Cosa che feci. Lei mi abbracciò e mi strinse a se. La sua stupenda mammella si schiacciò contro il mio viso ed il grosso capezzolo premeva sulle mie labbra. La sentii singhiozzare. Passarono pochi minuti poi ...
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