1. Il Blog


    Data: 13/12/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: BlackCat, Fonte: RaccontiMilu

    ... anche”
    
    “Stai scherzando?!?!?! Allora ci vediamo la prossima settimana!”
    
    Sono tesa come una corda di violino. La curiosità ha dei livelli altissimi.
    
    Ho le mani fredde e sono emozionata. Le guance sono leggermente rosate, il cuore batte veloce.
    
    E se di persona non siamo simpatici, affabili e in sintonia come via mail?
    
    Potrebbe essere il pranzo più tremendo della mia vita, come il più divertente e stuzzicante…
    
    Appuntamento fuori dal locale. Abbiamo un paio d’ore, che lui nel pomeriggio ha appuntamenti. Io ho preso alcune ore di permesso al lavoro. Ma ci basteranno un paio d’ore?
    
    “Ciao…” oddio… ho un nodo in gola…
    
    “Ciao!” sorride…
    
    Ok, l’impatto visivo è buono, anzi ottimo. Certo me l’ero immaginato diverso…
    
    “A dire il vero sei diverso da come ti avevo immaginato…” confesso stringendogli la mano con un mezzo sorriso.
    
    “A dire il vero anche tu… sei meglio!” dice. Avvampo. “Ma sei delusa?”
    
    “Oh, no, tutt’altro!”
    
    Entriamo nel locale, scegliamo un tavolo. Un momento di imbarazzo, non so cosa dire per una frazione di secondo. Poi, come mio solito parto come un fiume in piena. Parlo, racconto di me, parlo dei blog, parlo del tempo. Ti intrattengo e mi rispondi, mi segui nei miei pensieri e dai le tue opinioni. La conversazione è piacevole, scorre veloce e facile. Piccoli segnali del corpo ogni tanto si fanno vivi e lanciano una scossa, veloci presagi di qualcosa ancora non definito e di sicuro non programmato.
    
    Poi mi guardi serio e ...
    ... all’improvviso sorridi.
    
    Mi fermo. A bocca socchiusa. Cosa è successo?
    
    L’aria si è fermata. Il tempo si è fermato. Siamo sospesi. Occhi negli occhi. Il respiro silenzioso. Ci siamo solo noi. L’elettricità è palpabile.
    
    Apro la bocca come per dire qualcosa. Nulla esce. Mi lecco le labbra, il movimento attira il suo sguardo.
    
    Incollato sulla mia bocca. Poi la chiudo. Torna ai miei occhi. “Non farlo più per favore…”
    
    “Scusa”
    
    “Non scusarti… le tue labbra, la tua lingua… sono ipnotiche…”
    
    Di nuovo resto senza parole. Ma tanto ormai non servono più.
    
    Ti alzi in piedi mi allunghi una mano. Andiamo alla cassa, paghi, usciamo.
    
    Mi cingi il fianco. Mi stringi a te. Le tue dita alzano leggermente la mia maglietta e si infilano tra i jeans e la pelle. E restano lì.
    
    Mi accompagni alla mia macchina. In silenzio.
    
    Mi lasci e ci guardiamo.
    
    “Tornerò” dici. E ti avvicini per baciarmi sulle guance. Ma non è un casto bacio di commiato. Le tue braccia mi circondano. Le dita si infilano di nuovo a toccare la mia pelle curiose e bramose di portarsi via una sensazione. La tua guancia si strofina sulla mia per poi girarsi e la bocca catturare la bocca.
    
    Un bacio, lento, profondo, intenso. I corpi stretti. Il mio seno sul tuo petto. Il tuo inguine sulla mia pancia.
    
    Preludio e promessa.
    
    “Tornerò”
    
    Che strana cosa l’affinità d’anime… com’è che si diceva? Affinità elettive.
    
    Le sensazioni restano appiccicate addosso come l’umidità nei giorni bigi.
    
    Il tempo ha un valore ...